Martinenghi-Ceccon è il binomio che ha regalato due medaglie d’oro in due giorni all’Italia del nuoto. A Parigi 2024 il primo ha conquistato il gradino più alto del podio nei 100 rana, il secondo nei 100 dorso. Il grande palcoscenico delle Olimpiadi, dunque, vede trionfare due atleti italiani in due specialità inaspettate. Massimiliano Rosolino, ex nuotatore italiano, campione olimpico a Sydney nel 2000 e mondiale a Fukuoka nel 2001 nei 200 metri misti, quattordici volte campione europeo e 60 volte a medaglia nelle più grandi competizioni internazionali, ha evidenziato ai microfoni di Radio Radio Mattino Sport e News come il talento e l’eccellenza dei nuotatori italiani sia un fiore all’occhiello per lo sport nostrano.
Com’è vivere le Olimpiadi da spettatore?
È molto più stancante fare l’allenatore e lo spettatore. È molto più faticoso fare lo spettatore. Per questo la gente deve fare sport. Quando parliamo di giochi olimpici, parliamo tra realtà e fantasia. È incredibile; dopo tanti anni, io ho fatto le prime Olimpiadi nel ’96 e anche da spettatore ti emozioni. Ho visto la gara di nuoto ieri, e anche mia figlia diceva: “No, che tensione.” Quando fai l’atleta e sei lì davanti al blocchetto, c’è la tensione a mille un secondo prima. Poi, quando sali sul blocchetto, è come se ti anestetizzassi e sei pronto. Questa è la differenza.
Ritorniamo a Sydney, a quei duecento misti. Eri cosciente del fatto di poter vincere l’oro o è stato inaspettato?
Ero cosciente da mesi. Ci si prepara da mesi per poter vincere una medaglia. Anche ieri ho visto l’intervista di Ceccon: lui si immaginava da anni di vincere e ha curato tutti i dettagli. Il dettaglio principale che ho curato io è arrivare con tutta l’energia possibile, essere molto allenato, anche mentalmente. Quando sei dietro il blocchetto, non è matematica: nel nuoto abbiamo visto in questi giorni pochi record del mondo, ma la differenza si fa mettendo la mano davanti agli altri, risparmiando quei centimetri preziosi per fare la differenza nell’ultima bracciata. Poco prima di partire, sapevo in base alla semifinale cosa dovessi fare. In semifinale avevo fatto una partenza un po’ arrogante, troppo veloce, e avevo fatto molta fatica. Ho pensato di far andare via gli avversari senza fretta e di dare tutto nella seconda parte della gara. Ci sono riuscito grazie alla consapevolezza maturata gara dopo gara. Non ci si improvvisa. Lo scenario può cambiare: puoi avere l’avversario che va in fuga o l’outsider. Succede.
Due ori italiani in discipline non tipiche per noi, la rana e il dorso. Stanno emergendo altre discipline nel nuoto. Vedremo cosa farà Paltrinieri sulle lunghe distanze. Secondo te, perché l’Italia si difende bene nel nuoto?
Il nuoto è in continua evoluzione. L’eccellenza italiana nel nuoto esiste da un po’. Negli ultimi due o tre anni abbiamo avuto un livello mostruoso, anche a livello nazionale. Quando uno va in fuga, gli altri lo inseguono, rendendo tutto possibile. Martinenghi ha vinto con un tempo che sembra lento per la rana, ma questo incentiva gli altri a dire che è possibile. Ceccon è il primatista del mondo nei cento dorso, ha conquistato questo traguardo due anni fa. È nato per le competizioni internazionali. Spesso rischia di essere eliminato in batteria perché sottovaluta gli avversari, ma è un fuoriclasse incredibile. Dieci anni fa, l’Italia non era nella categoria dei velocisti, ma ora siamo competitivi anche in dettagli come la fase subacquea e il tocco finale.
Ascolta l’intervista integrale a Massimiliano Rosolino qui | Radio Radio Mattino Sport e News 30 Luglio