Faccia a faccia con Marco Lollobrigida. Giornalista, telecronista e conduttore sportivo Rai Sport e autore di ‘Oro Rosa. Le donne che hanno portato l’Italia in cima al podio olimpico’, edito da Rai Libri.
‘Oro Rosa’ ripercorre tante imprese al femminile di tante medagliate italiane. Quanto la recrudescenza di patriarcato in Italia ha ispirato un libro come questo?
Accade questo: mi chiama il direttore di Rai Libri Roberto Genovesi e mi chiede di proporgli qualcosa. In quel periodo il dibattito sul patriarcato era acceso e stava per uscire il poi tanto discusso film di Paola Cortellesi. C’erano diverse situazioni in merito all’argomento che mi hanno motivato tanto. A quel punto mi è venuta l’idea di contribuire, come? Celebrando le grandi donne che hanno vinto le Olimpiadi con la casacca italiana, l’idea era quella di evidenziare quello che hanno dovuto fare queste donne per imporsi, come è cambiata la figura femminile in quasi un secolo di giochi olimpici.
Tra le storie che hai ripercorso nel libro, quali ti hanno commosso di più?
Tutte. Quelle che mi vengono in mente ora sono sicuramente la storia di Alessandra Sensini, che ha dovuto affrontare la perdita precoce della mamma. La storia di Antonella Palmisano, questa ragazza molto dolce e gentile che ha dovuto lottare affinché il padre le permettesse di fare marcia. Mi ha colpito molto la storia di Irene Camber. Ancora, la storia d’amore tra Antonella Ragno e Gianni Lonzi, che si incontrarono a Roma 60. La storia di Antonella Bellutti, la donna che visse tre volte: è stata prima aspirante atleta di atletica leggera, ha ottenuto due medaglie d’oro nel ciclismo e poi bobbista. Anche la sua storia sentimentale mi ha colpito tantissimo, perché lasciò un uomo per fidanzarsi con una donna. Sara Simeoni e Gabriella Dorio, due grandi donne di avanguardia che hanno abbattuto tante barriere, con la loro forza, con il loro sorriso, con la loro capacità di costruire una figura femminile diversa da quella a cui si era abituati. Tutte queste donne hanno dato qualcosa di grande a questo libro.
Perché i maschi devono leggere questo libro?
Nell’introduzione cito: “Tutto ciò che è stato scritto sulle donne deve insospettirci perché è stato scritto dagli uomini”. Mi dirai: “Ma tu sei un uomo”, si ,ma io ho soltanto fatto da tramite delle emozioni di queste donne. Credo che vada letto perché tutte loro mi hanno ringraziato commosse perché invece di fare il maschio ho fatto l’uomo. Ho reso giustizia alle loro imprese e ai loro ricordi.
Perché prima del tuo libro conoscevamo così poco le storie che hai raccontato?
L’ha detto Antonella Bellutti alla presentazione: “Noi atleti viviamo in una bolla di 4-8 anni e vivendo in questa bolla non c’è la voglia di raccontare queste imprese. Siamo schiave degli altri sport, soprattutto del calcio. Questo libro ci ha dato modo di tornare a parlare del contributo che abbiamo dato allo sport italiano”. La verità è che non si riesce a dare continuità alla narrazione, certi sport vivono di gloria soltanto in alcuni momenti, come Olimpiadi o mondiali, hanno una narrazione circoscritta a questi pochi avvenimenti. Tanti e tante vengono dimenticate in maniera sbagliata proprio per questo motivo.
Ascolta l’intervista completa del prof. Paolo Marcacci a Marco Lollobrigida qui