“La caratteristica di Roma in questo momento è che non si fa niente…è una città nell’inerzia più totale. Ci sono 8.000 operatori all’Ama, e 3000 della Multiservizi. E’ mai possibile che la notizia deve essere di una persona che mette un cestino? Un tempo si inaugurava un viadotto, una strada, oggi no.” L’Avvocato Enrico Michetti si riferisce all’inaugurazione di Cestò, il nuovo progetto promosso di Roma Capitale e inaugurato del Sindaco Roberto Gualtieri. I primi 210 “Cestò” sono stati posizionati in Via dei Fori Imperiali, in totale i raccoglitori dell’immondizia sono circa 18mila. Tra le principali caratteristiche del nuovo cestino, ovviamente non poteva mancare quella della sostenibilità…
“Nemmeno un Comune di 3000 abitanti ha mai presentato un cestino, perché ha eventi più importanti da fare. Stanno facendo anche adeguamenti del nuovo setto stradale, che vengono inaugurati come se fossero il nuovo Ponte Morandi, una follia. Oppure quando picconano parte del catrame in una buca, e lo fanno anche vedere. Se il Sindaco ha il tempo di fare queste cose vuol dire che la città è allo sbando“.
L’Avvocato ricorda quando la città di Roma aveva i Nasoni, che avevano una funzione fondamentale per armonizzare gli sfiati e le stesse tubature per resistere avevano bisogno di loro. “Erano la salute dell’acquedotto romano: perché non c’è più un’inaugurazione di un nasone? Se ci fosse questo, lo potrei anche concepire”.
Roma ha bisogno di una nuova ingegneria istituzionale, tuona Michetti, secondo il quale oggi la città risulta bloccata, non solo nella circolazione stradale ma anche nell’amministrazione pubblica. “Bisognerebbe far scendere al Campidoglio i poteri dell’area metropolitana e che ha una Regione. Bisognerebbe creare delle province intorno, con poteri autonomi e a quel punto Roma potrebbe pensare a se stessa. Bisognerebbe creare 7 comuni autonomi sotto al Campidoglio, che si gestiscono da soli, con un potere centrale e una demarcazione molto forte tra un comune e l’altro”.
Ma c’è un motivo preciso, spiega l’Avvocato, perché l’amministrazione capitolina non è d’accordo nell’attuare il progetto. “Perché il Campidoglio dovrebbe avere un potere di indirizzo della Città e non attuativo. Se diventasse attuativo, le cose importanti spetterebbero ai Comuni sottostanti”.