Acquisti i classici 500 grammi di pasta al supermercato. Torni a casa, prepari il pranzo e ti accorgi, a sorpresa, che da quel pacco acquistato viene fuori una porzione in meno del solito. Non è un’illusione e non state impazzendo: si tratta di una vera e propria pratica scorretta di chi vi vende il prodotto, e ha un nome ben preciso. La “shrinkflation” in inglese, o semplicemente “sgrammatura” in italiano, è l’operazione adottata da alcune aziende che riduce la quantità di prodotto di una confezione, ma ne mantiene il prezzo precedente.
In sostanza: mangi di meno, ma spendi uguale (nel caso si tratti, ovviamente, di un prodotto alimentare). Stesso discorso va fatto per ogni tipo di prodotto, visto che la shrinkflation può agire praticamente su tutto e ingannare i meno attenti. Una pratica sempre più comune dalla quale è necessario imparare a difendersi. L’avvocato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ci dice come in diretta.
“Ci sono dei consumatori – spiega Dona – che mettono in controluce il flacone di detersivo per vedere quanto è pieno e molti lo scoprono vuoto per metà. Persino il mezzo chilo di pasta, che tutti noi sappiamo essere mezzo chilo per l’appunto, alcuni produttori ce lo hanno somministrato di 400 grammi. Dove sta la truffa? Intanto è un danno per l’ambiente. Citavamo il flacone di detersivo: tutta quella plastica in più la paghiamo noi, che però va a inquinare l’ambiente. Se si è ridotto il contenuto potrebbero ridurre anche la confezione. Perché non lo fanno? E qui sta l’altro aspetto: per ingannare il consumatore. Andare a leggere il peso sulla confezione? Innanzitutto è difficile farlo per i prodotti di acquisto routinario, cioè non è che tu vai a controllare il peso del flacone di detersivo o della scatoletta di tonno che compri tutti i giorni. Non tutti i prodotti poi hanno l’obbligo di indicare il peso. Tra i prodotti più ‘sgrammati’ ci sono i prodotti della carta, e cioè fazzoletti, tovagliolini, asciugoni, carta igienica. Lì non c’è l’obbligo di indicare il peso. Su questo abbiamo anche lanciato una petizione, è un fenomeno molto grave“.
A tal proposito, proprio in questi giorni il Consiglio dei ministri ha approvato il DL Concorrenza, che obbliga il mercato a segnalare quando un prodotto si è “ristretto”.
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