Spese militari: il governo ‘patriottico’ di Giorgia Meloni le alimenta, Vannacci dice no

Questa volta il generale Vannacci ha perfettamente ragione e siamo ben pronti a riconoscerlo. Il generale Vannacci ha recentemente asserito di essere contrario all’aumento delle spese militari, promosso da Giorgia Meloni e dal suo ogni giorno più risibile governo di destra neoliberale e atlantista. Un governo che si dice a gran voce patriottico e difensore dell’interesse nazionale, ma che nei fatti risulta totalmente allineato in guisa di colonia agli ordini della civiltà del hamburger.

In questo caso, dicevo, siamo perfettamente d’accordo con il generale Vannacci ed è davvero interessante che a dichiararsi contrario all’aumento delle spese militari sia un Generale dell’esercito, per quanto prestato alla politica. Quando si trattava di criticare Vannacci, ricorderete bene, siamo stati pronti a farlo. Abbiamo sottolineato in particolare come i due punti salienti de “Il mondo al contrario” da lui denunciato, il neoliberismo e l’imperialismo atlantista, non venissero purtroppo nemmeno menzionati dal suo best seller.

Il generale Vannacci diceva bene che viviamo in un mondo al contrario, ma non metteva in evidenza, e forse anzi sembrava accettare, i due capisaldi di detto mondo al contrario: il mercato sovrano e l’ordine imperialistico di Washington. Siamo ora ugualmente pronti a riconoscere che il generale Vannacci ha ragione, quando, come in questo caso, effettivamente ce l’ha. L’aumento delle spese militari voluto dal governo di Giorgia Meloni si presenta sic et simpliciter come una vergogna, a fronte del fatto che le spese per l’istruzione e per la sanità non aumentano.

Come più volte abbiamo adombrato, il governo trova sempre i soldi per le armi e mai per le questioni realmente importanti come per le masse nazionali popolari, in primis la sanità e l’istruzione. Armi che oltretutto, non dobbiamo obbliarlo, sono in funzione dell’imperialismo efferato della civiltà dell’hamburger, rispetto alla quale la nostra povera e sventurata Italia figura come una semplice colonia priva di dignità e soprattutto di autonomia. Nei giorni scorsi, in una trasmissione di La Sette intitolata L’aria che tira, Maurizio Gasparri, esponente della destra bluette neoliberale filo-atlantista, è stato sollecitato dal conduttore a prendere posizione sulla sacrosanta dichiarazione di Vannacci a cui abbiamo poc’anzi fatto riferimento.

Ebbene, Gasparri ha testualmente asserito che Vannacci non è nessuno SIC e, come se non bastasse, ha affermato orgogliosamente di essere ben disponibile a dialogare con Maurizio Molinari di La Repubblica, che era presente in collegamento nella trasmissione, ma non certo con il generale Vannacci. La destra bluette neoliberale di Gasparri preferisce il rotocalco turbo-mondialista alla Repubblica al generale Vannacci, che pur con tutti i limiti della sua posizione, ha avuto in questo caso se non altro il coraggio e l’onestà di dire che la guerra va fermata e che l’aumento delle spese militari è del tutto illogico e controproducente. Una volta di più, la destra bluet neoliberale alla Gasparri e la sinistra fucsia neoliberale alla Repubblica procedono a braccetto in quanto ali dell’aquila turbo-capitalistica dominante.

Aquila che, come ben sappiamo, vuole a tutti i costi la guerra e il dominio sovrano dei mercati, ma poi anche la subalternità integrale dell’Europa tutta alla civiltà del dollaro e alle sue nefaste politiche imperialistiche volte a dominare il mondo utilizzando come foglia di fico i diritti umani e la democrazia da asporto.

Radioattività – Lampi del Pensiero Quotidiano con Diego Fusaro