Non è passato troppo tempo da quando alcuni organi di informazione hanno annunciato che il numero delle vittime nella Striscia di Gaza sarebbe stato più basso “di quanto dichiarato da Hamas”. La notizia poneva le sue basi sull’aggiornamento ONU che dimezzava i morti in Palestina. “Ora l’ONU denuncia un numero molto più basso“, si recita nel mainstream nel mese di maggio. Le Nazioni Unite riportavano che a Gaza erano morti “solo” 4.959 donne, 7.797 bambini e 10.006 uomini. In quell’occasione l’ONU, tramite un suo funzionario, aveva precisato che 10.000 vittime non erano state conteggiate per un cambiamento verso fonti più affidabili: il ministero della Sanità di Gaza.
La notizia getta benzina sul fuoco del dibattito, surreale, sui morti del conflitto.
Ora uno studio dell’autorevole The Lancet, rivista scientifica inglese, potrebbe ribaltare la narrazione.
Lo studio
Sempre secondo il ministero della Sanità di Gaza, si legge nello studio, “entro il 19 giugno 2024, 37.396 persone erano state uccise nella Striscia di Gaza dall’attacco di Hamas e dall’invasione israeliana dell’ottobre 2023”. L’ultimo aggiornamento vede però aumentare di gran lunga il numero dei morti. “Applicando una stima prudente di quattro morti indirette per ogni morte diretta ai 37.396 decessi segnalati, non è improbabile stimare che fino a 186.000 o anche più decessi potrebbero essere attribuibili all’attuale conflitto a Gaza”. Questo perché il The Lancet include sia le morti dirette che quelle indirette del conflitto (malattie, carenze di cibo, la distruzione delle infrastrutture sanitarie).
Infatti, “i conflitti armati hanno implicazioni indirette sulla salute oltre al danno diretto causato dalla violenza”. Inoltre, “il numero di decessi segnalati è probabilmente una sottostima”.
“Nei conflitti recenti, tali morti indirette vanno da tre a 15 volte il numero di morti dirette”.
Un numero, dice la rivista inglese, destinato ad aumentare drasticamente se non si arriverà a un “immediato e urgente cessate il fuoco“.