Aifa, ora cambia tutto ▷ Avv. Holzeisen: “Signori magistrati, accertatevi di questa clamorosa violazione”

In base alla legge del 1 Aprile 2021 n. 44 Art.3 era prevista la “somministrazione di un vaccino per la prevenzione delle infezione da SARS-CoV -2“. Solo dopo un anno dalla fine ufficiale della pandemia, ora sappiamo che il farmaco per prevenire l’infezione da Sars-Cov-2 non è mai esistito. E’ la risposta che ha dato l’AIFA all’associazione Arbitrium: “Nessun vaccino Covid-19 approvato presenta l’indicazione <<prevenzione della trasmissione dell’infezione dall’agente Sars CoV-2>>”.
Indicazione in realtà non nuova, ma sempre fatta intendere in altro modo. Come si legge nel bugiardino del vaccino: Comirnaty è un vaccino utilizzato per la prevenzione di COVID-19, malattia causata dal virus SARS-CoV-2″.

Il vaccino dunque non ferma il contagio: l’ammissione proveniva già dalle case farmaceutiche e dall’EMA.
Fatta questa considerazione, cambiano allora i presupposti di strumenti come il Green Pass, pubblicizzato da Mario Draghi stesso come una “garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose“. Cambia tutto e allora non rimane che analizzare nuovamente il diritto del farmaco. A fare questo ci pensa in diretta l’avv. Renate Holzeisen.

“Noi abbiamo in Italia una chiara normativa che è il decreto legge numero 23 del 1998“.
<<Il medico nel prescrivere una specialità medicinale si attiene alle indicazioni terapeutiche>>, si legge nel decreto.
Nel nostro caso – dice Holzeisen – non avrebbero mai potuto andare oltre al consiglio di questi prodotti se non per la prevenzione della malattia“. “<<In singoli casi il medico può sotto la sua diretta responsabilità e previa informazione del paziente e acquisizione di consenso dello stesso, impiegare un medicinale prodotto per un’indicazione o una via di somministrazione diversa da quella autorizzata>>. Evidenzio: ‘in singoli casi il medico‘, non la politica in massa nell’ambito di una campagna vaccinale“.

Questo, signori magistrati, va accertato: la violazione clamorosa dell’articolo 3 del decreto legge numero 23 del 1998. Anche questo lo avevo evidenziato sin dall’inizio e spero che forse adesso nell’ambito di questa commissione d’inchiesta parlamentare si riesca a portare all’evidenza questa nuda e cruda colossale violazione dei più fondamentali principi del diritto del farmaco“.