L’acquisto di Zaniolo; l’infortunio di Scamacca, l’arrivo di Retegui; i malumori di Koopmeiners, l’arrivo di Samardzic e Brescianini. La necessità di un terzino, pronti 25 milioni per Bellanova. Basterebbe questa carrellata di trasferimenti e pronte sostituzioni per descrivere in breve la solidità del progetto Atalanta. Dopo la vittoria dell’Europa League, la Dea ha ricevuto i riconoscimenti che meritava, forse troppo tardi, forse anche pochi per la caratura di una squadra che da underdog ha raggiunto il tetto d’Europa facendo tutto in casa, alla vecchia maniera. Il momento è quello giusto, lo dimostrano le dinamiche di mercato: i bergamaschi fanno le regole del gioco e le grandi della Serie A restano a guardare. Di certo non è più un segreto che, dopo il successo europeo, Gasperini & co puntino a uno storico successo in patria.
Anche secondo Stefano Agresti, vice direttore della Gazzetta dello Sport, l’Atalanta sta vivendo un momento magico, per merito, non per caso: “È un club che vive e riesce a gestire un momento straordinario della propria storia, perché può competere con le grandi non soltanto grazie alle intuizioni ma anche alla stabilità economica. Hanno creato un meccanismo talmente virtuoso per il quale possono fare mercato alle condizioni che vogliono, vedi il caso Koopmeiners-Juventus.
Non accettano subito le offerte delle big, pretendono di cedere i calciatori alle cifre che stabiliscono e possono farlo, possono fare a meno anche di 60 milioni, che in questo momento sistemerebbero il bilancio di qualsiasi squadra di Serie A. Possono permettersi il lusso di temporeggiare perché non hanno la necessità immediata di cedere. C’è da spendere soldi per Retegui? Ecco i soldi per Retegui. C’è da spendere i soldi per Bellanova? Ecco i soldi per Bellanova. Questa è l’Atalanta: una società dalle fondamenta solide che punta sempre più in alto“.