Prof. Becchi ▷ “Ora che Zelensky ha ammesso di essere l’aggressore, dovremmo difendere la Russia?”

L’attacco a Kursk da parte dell’Ucraina ha generato un piccolo paradosso dialettico. Se finora è valsa la narrazione dell’invasione allo Stato sovrano, soprattutto sponda Nato, perché non dovrebbe valere lo stesso per lo Stato ora formalmente invaso in un territorio limitrofo, cioè la Russia?
Che sia un’aggressione non è stato neppure nascosto dalle autorità ucraine: “La Russia deve sentire quello che ha fatto“, ha detto Zelensky in persona. L’UE, dal canto suo, giustifica l’azione come un’offensiva da parte dello Stato che si sta difendendo. Non è un paradosso?
A sollevare l’interrogativo il filosofo e saggista Paolo Becchi.
Qui l’intervista da Stefano Molinari.

Una provocazione?

Una provocazione? Insomma, fino a un certo punto, nel senso che se il discorso è che bisogna difendere i paesi che sono aggrediti, adesso Zelensky ha detto che lui ha invaso la Russia, e non a caso è penetrato in territorio russo per 30 chilometri, ha detto esplicitamente che chiede adesso non soltanto armi, ma chiede proprio il fatto che questa guerra diventi una guerra offensiva contro la Russia, quindi l’ha dichiarato lui. Noi difendiamo soltanto i popoli che sono aggrediti, no? E a questo punto l’aggredito sembrerebbe essere russo.
Quella è in corso una guerra che non ha cominciato l’Ucraina? C’è questa lieve differenza? No, la lieve differenza è che allora, nel 22, è cominciata per quale ragione? Perché c’era tutta una serie di territori, il Donbass, che avevano richiesto l’autonomia e che dal 2014 venivano bombardati, quindi in qualche maniera lì sono intervenuti i russi per porre fine a una situazione che era drammatica per la popolazione filorussa di quel determinato territorio. E l’aggressione comunque era già cominciata molto prima da parte della Nato che piano piano ha cercato di estendere il suo potere tutto intorno alla Russia stessa. Se vogliamo parlare di aggressione, l’aggressione l’hanno cominciata loro.


Ma mettiamo pure che, quella che è avvenuta nel 2022, sia un’aggressione e che adesso non lo sia: questa non è più guerra difensiva, ma guerra offensiva.

Adesso che si vorrebbe la guerra offensiva alla Russia, teniamo presente che noi abbiamo dato armi solo per funzioni difensive. Nel momento in cui tu le adoperi per offendere e per iniziare un altro tipo di guerra, devi ricordarti che il nostro Parlamento ha sempre mandato armi in funzione difensiva“.

Quindi gli ucraini sono cattivoni?

No, qui bisogna distinguere: la popolazione è quella che ci sta rimettendo. Zelensky, non sapendo più che pesci prendere, e di fatto lui la guerra la sta perdendo, ha deciso di utilizzare un altro tipo di strategia militare: non quella di difendere determinati territori, ma di provare a dimostrare con piccole incursioni che loro sono in grado addirittura di attaccare la Russia, ma è chiaro che si tratta soltanto di una mera provocazione. Zelensky è alla frutta, le sta provando tutte, perché? Perché non sappiamo come andranno le elezioni americane, ma di una cosa siamo certi, che se per caso le dovesse vincere Trump, Zelensky è finito.

Trump è filoisraeliano sull’altro fronte, ma sicuramente se dovesse vincere le elezioni la prima cosa che farà sarà dire che quelli sono cazzi europei, e che lui non c’entra più assolutamente. Al contrario se vincesse Kamala Harris, che è molto meno filoesraeliana, succederebbe l’inverso”.

Una strategia per trattare?

Zelensky ha montato questa strategia, ma non è una strategia. Come si può pensare che l’Ucraina si metterà in guerra contro la Russia e arriverà a Mosca? Che cosa fa, il nuovo Napoleone?
Potrebbe essere un’incursione per avere migliori condizioni nelle trattative? Il ragionamento ci sta tutto, ma io non credo che sia questo il periodo per la trattativa. Questa trattativa al momento la Russia non l’accetterà mai. La Russia sta aspettando per vedere quelli che saranno i risultati delle elezioni di novembre. Non credo che ci saranno delle trattative, magari mosse dal fatto che l’Ucraina è riuscita a penetrare 20-30 km in territorio russa. Non mi pare che sia la strategia vincente
“.