Si torna a parlare di Covid, questa volta anche e soprattutto nelle sedi istituzionali. La notizia è che il presidente del Senato Ignazio La Russa ha nominato i quindici parlamentari dell’opposizione che faranno parte della commissione di inchiesta Covid. All’appello, infatti, mancavano i nomi tutti i membri dei partiti d’opposizione e la situazione era in una fase di stallo. Un tentativo di prendere tempo? Chissà. Una cosa è certa: questo limbo si è definitivamente sbloccato. Ora toccherà alla tanto agognata commissione fare luce su punti critici come mascherine, finanziamenti ai vaccini, sull’efficacia delle restrizioni imposte ai tempi dell’emergenza.
Si tornerà al dibattito e alle interrogazioni, dunque, e proprio a questo proposito, ai microfoni di Un Giorno Speciale arriva la sottile provocazione di un ascoltatore: “Pensate davvero che gente come Faraone, Ronzulli e Burioni temano il confronto?”
“Si, lo temono eccome” sostiene Fabio Duranti “quando il dibattito viene fatto in campo neutro, senza conduttori che interrompono o registi che abbassano i microfoni per orientare il dibattito verso qualcuno, vincono le argomentazioni, i dati, e non i pregiudizi“
Anche Vanni Frajese è dell’idea che di fronte a dati e argomentazioni concrete gli atteggiamenti cambino, è già successo a detta dell’endocrinologo: “Quando in Senato, in un confronto sugli effetti delle vaccinazioni sui bambini, ho portato a sostegno delle mie tesi slides e dati reali, l’atteggiamento dei colleghi presenti in quell’occasione è cambiato, la loro narrazione è cambiata, perché non erano in grado di controbattere“
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