Il caso Zuckerberg e la ‘mazzata’ a Biden ▷ Becchi: “I mass media ormai sono diventati social media”

Marc Zuckerberg, il fondatore di Facebook e CEO di Meta (società che gestisce tutte le piattaforme social), ha mandato una lettera alla commissione giustizia della Camera statunitense dicendo che nel 2021 l’amministrazione Biden ha fatto pressioni su Meta per censurare contenuti sul Covid -19 inclusi post satirici.
La Casa Bianca non ha smentito questo anzi ha dichiarato di ‘averlo fatto per il bene della Nazione, erano azioni responsabili per proteggere la salute e la sicurezza pubblica’.

“Qualcosa del genere lo aveva già fatto capire e intendere, non lo aveva scritto ma Zuckerberg sono quelli che politicamente si chiamano ‘riposizionamenti’. Ha capito che l’aria che tira è cambiata e senza arrivare a punti estremi di X con Elon Musk che fa campagna elettorale per Trump, ha reso pubbliche certe cose”. Così dichiara Paolo Becchi in diretta a Lavori in Corso.
Stefano Molinari evidenzia che, in questa ottica, si potrebbe dire essere una mazzata nei confronti dell’amministrazione Biden. Il Prof. risponde: “Sì, tenendo presente che anche se in Italia, i giornali dicono che ha vinto la Harris e via discorrendo mi sembra evidente che tutto va in direzione opposta e a quel punto Zuckerberg a questo punto ha capito che gli conviene riposizionarsi”, aggiungendo che i contenuti che sono spiacevoli vengono perciò censurati “non solo per gli americani, sono stato su FB isolato per un sacco di tempo nel periodo Covid, è del tutto evidente anche se lui dice che non succederà più ma non credo sia vero. Sta succedendo qualcosa di strano, Zuckerberg che ora scrive, quell’altro che è stato arrestato in Francia (Durov), quella barca dove sono morte una serie di persone in particolare. Non sono un complottista però c’è qualcosa di strano in queste notizie che stanno girando negli ultimi giorni, c’è qualcosa di diverso che si sta muovendo. Il potere si sta forse rendendo conto che i mass media sono diventati social media in qualche maniera. Ci sono alcuni strumenti che ci si stanno rivoltando contro”.

Quindi con la scusa del bene pubblico si censurano anche le battute satiriche. Siamo di fronte a uno spartiacque: la censura ora appartiene anche alle democrazie ora? “Non mi fai esprimere un parere con la scusa del bene pubblico? qui il problema fondamentale è la libertà di espressione”.