La tragedia del G8 a Genova fu l’inizio della fine e oggi più che mai ce ne stiamo accorgendo

Sono ormai passati più di vent’anni dai tragici eventi del G8 di Genova. Disponiamo dunque della giusta distanza storica per valutare criticamente quei fatti, che in questi giorni peraltro sono tornati al centro di una vivacissima discussione.
Desidero allora provare a tracciare, senza alcuna pretesa di esaustività, quella che mi piace chiamare una mini-sintesi del G8 di Genova. E ciò nel tentativo non già di ricostruire per filo e per segno la verità storica, ma semplicemente di fornire la mia personale interpretazione filosofica degli accadimenti. Anzitutto credo che si possa ragionevolmente sostenere che i no global avevano perfettamente ragione, da che la globalizzazione neoliberale è il nostro nemico principale oggi più che vent’anni fa.

I No Global avevano ragione nell’indicare nella globalizzazione neoliberale la contraddizione principale, benché non disponessero poi degli strumenti teorici adeguati per fronteggiarla. Nell’atto stesso con cui, giustamente, criticavano la globalizzazione, demonizzavano anche lo Stato sovrano nazionale, lo identificavano con le tragedie del Novecento e non capivano dunque che lo Stato sovrano nazionale può e deve essere la base della democrazia socialista e della resistenza alla globalizzazione, ponendosi a giusta distanza dal nazionalismo regressivo e dal cosmopolitismo neoliberale.

I No Global avevano ragione, dicevo. Peccato che i No Global di allora siano diventati i New Global di oggi. Infatti la Sinistrash risulta oggi, forse ancora più della destra, la parte della infame globalizzazione selvaggia a beneficio del blocco oligarchico neoliberale San Frontier.

Basti considerare à un passant che molti dei protagonisti del movimento no-global sono oggi esponenti di punta del movimento new-global, quello che, per intenderci, non contesta la globalizzazione ma, modalità Ilaria Salis, il fatto che non ce n’è ancora abbastanza. È uno stile di pensiero che trova in impero di toni negri il proprio pionieristico caposaldo teorico. Per quel che poi riguarda le forze dell’ordine, alcune delle quali si macchiarono degli orrendi massacri a Genova, a Bolzaneto e alla Diaz, ebbene, deve essere chiaro che esse in quel contesto non difendevano la patria, lo Stato e l’interesse pubblico, come ripetono pappagallescamente gli stolti.

No, a Genova, col G8, le forze dell’ordine difendevano i padroni del mondo, riuniti proprio a Genova in quei giorni per difendere i propri interessi di classe imponendoli sovranamente al mondo intero. Padroni del mondo che, oggi forse anche più di ieri, lottano senza tregua contro le patrie e le nazioni e in difesa della selvaggia globalizzazione neoliberale. Una volta di più, l’antidoto alla globalizzazione turbo-capitalistica deve essere l’internazionalismo degli stati sovrani nazionali democratici.

Propongo un ulteriore rilievo. Quel che accadde a Genova nel G8, con l’orrendo massacro di chi protestava, fu l’incipit del nuovo ordine mondiale turbo-capitalistico, con classismo planetario e repressione selvaggia di chi anche oggi si oppone alla globalizzazione neoliberale, secondo la modalità del tallone d’acciaio di Jack London che schiaccia e opprime, quanti non si pieghino. Era l’immagine perfetta del nuovo rapporto di classe, strutturato nella configurazione di un massacro di classe a senso unico, dall’alto verso il basso.

Questa la cornice del nuovo ordine mondiale liberal-atlantista. Infine un’ultima considerazione sui famigerati black bloc, coloro i quali, col volto rigorosamente coperto, incendiavano cassonetti, spaccavano vetrine ampiamente assicurate e, in tal guisa, legittimavano in modo tutto fuorché neutro la risposta repressiva delle forze dell’ordine a nocumento di chi protestava pacificamente. Curiosamente, le Forze dell’Ordine non si scagliarono mai contro i Black Block a Genova, che poterono anzi compiere indisturbati le loro esecrabili malefatte.

Ciò mi permette di sostenere che i Black Block erano funzionali al potere, se non direttamente creati in vitro e messi in opera dal potere stesso, al fine di delegittimare la protesta e di legittimare la sua repressione da parte delle Forze dell’Ordine. Insomma, abbiamo molto da imparare anche oggi dalle tragiche vicende del G8 di Genova.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro