La Germania di Scholz fa dietrofront e taglia i fondi destinati all’Ucraina

La novità degli giorni scorsi è che il governo teutonico di Scholz ha preso una decisione davvero radicale. Ha scelto di tagliare i fondi destinati all’Ucraina e alla sua guerra voluta da Washington in funzione antirussa.

Leggiamo infatti sui principali e più venduti quotidiani nazionali ed europei che la Germania, al fine di rispettare il proprio bilancio, ha preso questa decisione radicale, interrompere il proprio supporto economico e militare all’Ucraina del guitto Zelensky. Non manca chi, come l’immarcescibile rotocalco turbomondialista La Repubblica, sospetta apertamente che si tratti soltanto di una scusa, questa l’espressione usata da Repubblica nel suo titolo: “Una scusa con la quale la Germania di Scholz sceglie di tirarsi indietro rispetto al supporto all’Ucraina del guitto di Kiev“.

Sia quel che sia, non possiamo che approvare totocorde la decisione teutonica. Non solo ovviamente per il fatto, di per sé ovvio, che i soldi pubblici si possono e si debbono spendere meglio, magari investendo sulla sanità e sull’istruzione, anziché di lapidare i fondi per le armi e per la guerra. Oltre a questo argomento genericamente di buonsenso, ve n’è un altro più specifico e non meno rilevante.

Se fino a qualche settimana fa poteva ancora sussistere qualche remoto dubbio, ora la maschera è davvero caduta e con la maschera sono crollati anche gli ultimi dubbi residui. Come sappiamo, infatti, l’Ucraina del guitto Zelensky, attore nato con la N maiuscola, prodotto in vitro di Washington, se non di Hollywood, ha attaccato e occupato il territorio russo di Kursk. Conciò stesso ha rivelato che le armi offerte dall’Europa, e in generale dall’Uccidente, vengono utilizzate in funzione offensiva.

Cioè, appunto, vengono utilizzate per muovere guerra alla Russia di Putin, come Washington richiede e impone. A onor del vero era già altamente discutibile la scelta pregressa di mandare le cosiddette armi difensive all’Ucraina, intanto perché difficilmente potevano essere intese come armi difensive quelle inviate, missili in primis. Ma poi anche perché, ovviamente, mandare armi a una delle due parti in guerra significa già di fatto prendere parte alla guerra, ciò che molte Costituzioni europee non contemplano, e anzi, apertamente respingono.

Tra queste è la Costituzione italiana, che apertamente ripudia la guerra. Utilizzando il verbo ripudiare, peraltro, l’Italia sottolinea anche un tono morale di respingimento totale della guerra come forma deplorevole. Ebbene, giova sottolinearlo.

La Germania di Scholz, in questo caso, si è rivelata decisamente più saggia e ponderata degli altri Stati europei. La nostra sventurata Italia continua, per parte sua, in modo ignobile, a supportare l’Ucraina del guitto di Kiev e dunque a supportare le ragioni di una guerra voluta dalla civiltà dell’hamburger con un solo scopo, far cadere la Russia di Putin in quanto stato disallineato al nuovo ordine mondiale liberal-atlantista e di più in quanto fortilizio del mondo multipolare sottratto alla presa della globalizzazione americano-centrica.

Come non mi stanco di ripetere ad nauseam, questa infame guerra non è cominciata nel 2022. E’ cominciata semmai già negli anni 90, quando la civiltà del dollaro prese ad allargarsi verso oriente negli spazi post-sovietici, un poco a volta accerchiando la Russia di Putin. Quella dell’Ucraina è soltanto l’ultima fase della guerra, o se preferite l’ultimo atto di una guerra principiata negli anni 90, avente un unico obiettivo.

Atlantizzare la Russia, farla cadere e renderla una semplice colonia della civiltà a stelle e strisce dell’hamburger.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro