Un altro Green Pass è destinato a tornare: diventerà a tutti gli effetti il nuovo metodo di governo

Era l’agosto del 2021 quando in Italia veniva introdotto il cosiddetto Green Pass, che da subito definimmo con la più appropriata etichetta di infame tessera verde. Si tratta di una delle pagine più infami della recente storia italiana e proprio per questo motivo ci pare giusto mantenerne la memoria per non dimenticare e per essere pronti a rivivere con spirito critico e oppositivo una tale circostanza dovesse tornare a ripresentarsi. E questo lo diciamo anche nella convinzione che una volta introdotto un dispositivo di questo tipo non è affatto da escludere che esso possa in futuro tornare a essere operativo.

Prova ne oltretutto che già si parla a gran voce di un Green Pass globale, rispetto al quale per ora, e sottolineo per ora, la nostra Italia sia detta contraria. Ciò che da subito destò meraviglia non fu soltanto l’introduzione di una misura tanto scena, palesemente incostituzionale e lesiva delle libertà più elementari. Grazie all’infame tessera verde, o più pudicamente Green Pass, si produceva una intollerabile discriminazione, tale per cui poteva lavorare e godere della vita pubblica solo chi esibiva l’infame tessera verde.

Chi ne era privo veniva perciò stesso privato di tutti i diritti fondamentali. A destare meraviglia fu, in misura anche maggiore, l’accettazione, ora rassegnata, ora euforica, da parte dei più di un tale provvedimento inaccettabile. Gli stessi che quotidianamente berciano contro l’eterno fascismo e contro la svolta autoritaria, in quell’occasione tacquero miseramente.

O addirittura, in non rari casi, elogiarono il provvedimento liberticida, asserendo che era funzionale alle ragioni della salute pubblica. In estrema sintesi, come più volte abbiamo adombrato, l’infame tessera verde era inaccettabile per tre motivi fondamentali, che ora celermente richiamo. Anzitutto, poiché produceva una discriminazione intollerabile, creando una classe di cittadini privi dei diritti fondamentali, in quanto sprovvisti dell’infame tessera verde.

In secondo luogo, il Green Pass faceva valere una forma oscena di controllo biopolitico sui cittadini ridotti a sudditi, condannati a esibire il QR Code in ogni loro movimento. In terzo luogo, l’infame tessera verde introduceva il pericoloso dispositivo della libertà autorizzata, superfluo ora a memorare il fatto che la libertà, se autorizzata, non è tale, essendo invece una gentile concessione, sempre revocabile, del potere. A tre anni dall’introduzione dell’infame tessera verde, ci pare giusto ricordare la vicenda, tenerne viva la memoria.

È nostra convinzione che tale vicenda non appartenga soltanto al passato, ma che presto o tardi tornerà a riguardarci da vicino. Da che un provvedimento di quel tipo, una volta introdotto, è destinato a ritornare, diventando a tutti gli effetti un metodo di governo, squisitamente neoliberale, delle cose e delle persone. L’abbiamo detto in più occasioni.

Il Green Pass non era funzionale ai vaccini, come taluni dissero, ma viceversa, i vaccini erano funzionali al Green Pass, come nuovo strumento di governo delle cose e delle persone da parte dell’ordine neoliberale. Il quale sta sempre più palesemente introducendo un sistema di controllo totale e totalitario, mediante QR code e mediante dispositivo della libertà autorizzata.

Radioattività – Lampi del Pensiero Quotidiano con Diego Fusaro