La sconcertante verità nel rapporto di Human Rights Watch: il personale sanitario di Gaza è in continua vessazione

Emergono delle verità disturbanti dal nuovo rapporto di Human Rights Watch sulle condizioni degli operatori sanitari a Gaza. Il documento contiene le testimonianze di medici e infermieri che raccontano le torture subite da parte di Israele a partire dal 7 Ottobre 2023. Il rapporto dei diritti umani contiene la denuncia di stupri, torture, umiliazioni, percosse, posizioni di stress forzate, bendaggi e negazione delle cure mediche. Trattamenti inumani e violenti che l’esercito israeliano perpetuava ai danni del personale sanitario dopo il rapimento fuori dagli ospedali o durante le evacuazioni. Tutto ciò ha portato al decesso di due operatori sanitari durante la detenzione, mentre almeno 500 di loro sono deceduti nella Striscia di Gaza.

I racconti dei medici e degli infermieri imprigionati dall’esercito israeliano si soffermano nel periodo che va da marzo a giugno. Le testimonianze sono state confrontate con i documenti ONU e con quelli di altre realtà umanitarie che hanno delineato quale fosse il modus operandi di Israele.

Il paramedico Walid Khalili ha rivelato di essere stato sottoposto ad un elettroshock mentre era sospeso a una catena e ammanettato. Le scorte di acqua e di cibo all’interno della prigione erano limitate e i prigionieri disponevano unicamente di un sacchetto della spazzatura contenente acqua e scatolette di tonno.
Le parole di Abed trascritte da Human Right Watch sono sconcertanti: “Avevano degli accendini: un soldato ha cercato di bruciarmi“. Gli stupri e le minacce sessuali erano all’ordine di giorno e talvolta venivano effettuati anche degli stupri di gruppo. Un operatore sanitario ha rivelato di essere stato abusato da tre soldati israeliani per mezzo di un fucile d’assalto.

Il Monte del tempio

La guerra in medio oriente persiste e lo scenario si fa ancora più irruento dopo la recente provocazione del Ministro della sicurezza nazionale di Israele Itamar Ben-Gvir. “Se potessi fare quello che voglio, metterei una bandiera israeliana sul sito” ha dichiarato durante un’intervista alla radio militare israeliana Galeï Tsahal, riferendosi alla Spianata delle Moschee di Gerusalemme. Il giornalista ha poi chiesto a Ben-Gvir se volesse costruire una Sinagoga nel luogo e il Ministro ha risposto senza esitazioni di sì. Il Monte del Tempio situato ne la Spianata delle Moschee è il terzo luogo sacro dell’Islam, ma al tempo stesso si erge sulle rovine di quello che gli ebrei ritengono essere il secondo tempio ebraico, che si dice sia stato distrutto dai romani nel 70 D.C.

Di fatti anche per gli ebrei il Monte del Tempio è il luogo più sacro dell’ebraismo. Questo luogo sacro è al centro della diatriba e dello storico conflitto israelo-palestinese. “Gli arabi possono pregare dove vogliono”, ha continuato il Ministro nell’intervista “quindi anche gli ebrei dovrebbero poter pregare dove vogliono”.
Il Ministro della Difesa Yoav Gallant ha commentato la vicenda dichiarando che le parole di Ben Gvir mettono in pericolo la sicurezza dello Stato di Israele. Ben-Gvir infatti vorrebbe sfidare lo status quo religioso e simbolico del luogo, consentendo anche agli ebrei di pregare in quel luogo a cui attualmente è vietato.