Green a tutti i costi, purché sia per gli altri. L’ultimo capitolo di una lotta per l’ambiente che si dice globale ma che si vuole imporre a pochi è firmato dal Comitato Olimpico Internazionale. Sin dall’inizio Parigi 2024 doveva essere l’Olimpiade più sostenibile e green di tutte, anche per bocca del sindaco di Parigi Anne Hidalgo. Talmente sostenibile che le stanze degli atleti in gara sono dei veri e propri forni a microonde, vista la mancanza di aria condizionata: non a caso nelle ultime ore ha fatto il giro del web la foto del nostro Thomas Ceccon, medaglia d’oro nei 100 dorso, mentre dorme sul prato del parco del villaggio olimpico, piuttosto che in stanza.
Poi venne la volta dei letti di cartone e dei materassi realizzati con plastica da imballaggi, come denunciato anche dalla tuffatrice azzurra Chiara Pellacani. Per non parlare del miliardo e mezzo che era a disposizione per ripulire la Senna, risultato: plurimi casi di atleti con influenze anche piuttosto gravi.
Tutto per la causa green? Può essere, ma la causa al CIO pare interessare meno.
“L’immagine di Ceccon è molto interessante. Sapete perché? Il villaggio olimpico non ha voluto dare ai ragazzi l’aria condizionata, i letti in cartone, i materassi in plastica; dopodiché però i membri del CIO alloggiano all’Hotel du Collectionneur, cinque stelle extralusso. Quindi come la mettiamo? Dov’è la sostenibilità? Dov’è l’Olimpiade green?“.
Non è difficile notare che effettivamente, l’obiezione di Tony Damascelli – editorialista per Il Giornale e Radio Radio – è difficilmente contestabile: “E’ l’ipocrisia e la volgarità di chi comanda lo sport, che sia il calcio o che sia lo sport olimpico“.
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