In principio fu Caster Semenya, poi venne il tempo di Imane Khelif: non si tratta di transessualità ma di intersessualità. Il caso esploso dopo l’incontro con Angela Carini, durato solo 46 secondi, è l’ennesima polemica borderline di queste Olimpiadi. Se vero è che è sbagliato parlare di transessualità, altrettanto vero è che la decisione del CIO di ammettere l’atleta algerina si può discutere. Lo si può fare in base al mondiale dal quale fu esclusa, ma anche dal punto di vista scientifico, precisando sempre che un certo contegno nel parlare di un fatto privato, andrebbe mantenuto sempre.
Ascoltate cosa ha detto da Francesco Vergovich il dottor Alfredo Arista, consulente della Sanità alla Regione Lazio.
“C’è un certo numero di persone che nasce con dei caratteri misti. Hanno le ovaie e producono il testosterone anziché gli estrogeni progestinici, perciò hanno dei caratteri intermedi e si chiamano intersessuali.
C’era stato il caso di Caster Semenya, il problema è che il CIO non può fare un discorso di calcolo del testosterone, perché lei basta che prenda dei farmaci che non le fanno produrre il testosterone per la manifestazione sportiva e rientra nei limiti. Ma la parte fisiologica muscolare è allungata e ha la caratteristica maschile, mentre su altre cose avrà delle caratteristiche femminili. Le persone con queste caratteristiche sono lo 0,002% e dovrebbe esserci una categoria intermedia per loro: se partecipano con gli uomini beccano un sacco di botte, se partecipano con le donne spesso vincono.
Il problema è che secondo me a livello scientifico e biologico, lei non può gareggiare con le donne. Poi fate quello che vi pare, io sono un liberale, va benissimo, però non va bene che ogni volta la regola ce la stiracchiamo da una parte o dall’altra. Se una ha una struttura corporea, muscolare, fisiologica che è maschile, in un corpo femminile, non può partecipare con le donne.
Se poi trova nel percorso delle donne allenate che la battono va bene, però io persone con queste caratteristiche le farei partecipare non negli sport di combattimento diretto. Io sono un vecchio tennista e quando avevo 15 anni ho vinto contro Silvana Lazzarino, che aveva una ventina d’anni più di me ed era una delle prime 5 italiane. Non c’è niente da fare: tiri un altro colpo, anche a 15 anni lo tiri un altro colpo.
Le fibre muscolari e il testosterone comportano un certo tipo di velocità, soprattutto nella boxe. Lei se sta con una donna ha dei vantaggi notevoli. Tutto qua“.