La Sinistra combatte un nemico estinto e santifica la civiltà dei mercati a tinta arcobaleno

In tutta Italia l’estate 2024 si caratterizza anche per le rassegne dedicate alla pasta asciutta antifascista. In molti casi compare anche il logo dell’immarcescibile Partito Democratico di Elly Schlein, precipitato ultimo della metamorfosi kafchiana della sinistra. Sinistra è divenuta ormai semplice guardia fuksia del blocco oligarchico neoliberale.

Si tratta, more solito, del trionfo dell’antifascismo in assenza di fascismo, che è poi una risorsa di legittimazione della società del capitale no border. Non mi stanco da tempo di ripeterlo ad Nauseam. L’antifascismo in presenza di fascismo, quello di Antonio Gramsci per intenderci, fu eroico e sacrosanto. L’antifascismo in assenza di fascismo delle odierne sinistre arco baleno è viceversa patetico.

E’ patetico poiché combatte un nemico per fortuna estinto e santifica un nemico purtroppo vivo e vegeto, la civiltà dei mercati, gabbia oppressiva con le sbarre intinta arcobaleno. Secondo la patetica fiction dell’antifascismo in assenza di fascismo, il nemico contro cui combattere oggi sarebbe il manganello fascista e non certo la violenza anonima dei mercati.

Anzi identificata con la democrazia compiuta da proteggere dal ritorno del fascismo. Fascismo che oggi viene a sua volta identificato con tutto ciò che possa variamente mettere in discussione l’ordine tutto fuorché democratico dei mercati e della civiltà neoliberale senza confini. Fa sorridere di un riso amaro pensare che gli stessi che partecipano con giubilo alla pasta asciutta antifascista sono poi quelli che hanno appoggiato la signora Von Der Leyen in Europa e che tuttora sostengono con zelo l’imperialismo etico della civiltà del dollaro, vale a dire i missili democratici di Washington, celebrati come esportazione di diritti e di democrazia.

Costoro non sanno o fingono di non sapere che oggi la violenza ai danni dei lavoratori e dei ceti medi proviene dai meccanismi anonimi del mercato. E dalle scelte di austerità repressiva e depressiva della classe dominante liberal-progressista sound frontier, violenza che anzi i guerriglieri dell’arcobaleno celebrano a tambur battente come progresso. Disse una volta Max Horkheimer che non ha diritto di definirsi antifascista chi non sia anticapitalista.

Proprio in ciò sta il segreto di Pulcinella dell’odierna sinistrash neoliberale e ultraatlantista, che impiega l’antifascismo in assenza di fascismo come patetico alibi per non essere anticapitalista in presenza di capitalismo, e anzi per sostenere sempre e comunque le ragioni del blocco oligarchico neoliberale. Per questo, come abbiamo mostrato nel nostro studio Sinistrash, oggi la sinistra a ogni latitudine risulta tragicamente un fenomeno trash.

Soprattutto se si considera la metamorfosi kafkiana che ha portato la sinistra dalla nobile falce e martello, simbolo del lavoro e della sua credenzione, al risibile arcobaleno dei capricci di consumo individuali per ceti abbienti. Sovvengono davvero le parole dei sonetti di Shakespeare. Più dell’erbacce, puzzano i gigli marcinti.

Radioattività – Lampi del Pensiero Quotidiano con Diego Fusaro