Il Ds della Lazio Angelo Fabiani è intervenuto a Radio Radio lo Sport per fare il punto sul mercato ma anche sugli obiettivi della squadra di Baroni. Piano triennale sì, ma cosa si aspetta quest’anno il Ds dalla squadra? Quali colpi ha ancora in canna sul mercato? Come giudica l’amore dei tifosi, nonostante le acredini recenti?
Ascoltate l’intervista video.
“Non è vero che la società fa la voce grossa”
“Perché poi le cose bisogna conoscerle dall’interno. Per fare un esempio, quando Sarri mi ha comunicato le sue dimissioni io, essendo un passionale, mi sono messo a piangere. Avevo visto un uomo affranto, anche per vicissitudini personali: aveva perso lo zio che reputava un padre, poco dopo è deceduta la madre, che non stava bene; ricordo che un periodo la moglie era in terapia intensiva mentre lui era in partita. L’uomo Sarri, che conosciamo in un certo modo, ha avuto un crollo e mi ha comunicato questa decisione. Per fare un altro esempio: Pedro doveva rinnovare il contratto a 36 anni. Mai abbiamo detto “caro Sarri, caro Tudor, Pedro non rinnova”. L’allenatore, una volta andato via, non deve dire di essere stato condizionato dalla società nel suo lavoro”.
“Non bisogna vivere la sindrome del passato”
Anche Luis Alberto, Immobile, Sergej hanno dovuto adattarsi all’inizio. Noi ci auguriamo che questi giocatori che abbiamo preso possano in futuro sostituire al meglio questi calciatori importanti che sono andati via. Ogni società ha a disposizione della strumentazione che permette di fare una risonanza magnetica del calciatore”.
“Tutti hanno dubbi su Dele-Bashiru”
“Noi però lo conoscevamo già, siccome ha giocato a Manchester e lo abbiamo visto in Turchia dal vivo. Lui ha delle accelerazioni che, in entrambe le fasi, raggiungono picchi da 37 km/h. Si parlava anche di Folorunsho: non è che lui abbia una grande tecnica, ma ha un motore devastante e con il calcio di Baroni potrebbe essere un giocatore interessante. Poi un pizzico di qualità ci vuole: in questo senso abbiamo avuto ampie garanzie fisiche su Castrovilli e sarà lui ha dare quel pizzico di qualità in più. Poi ci sono altri giocatori, che magari si conoscono poco, ma sostengo questi ragazzi faranno parlare si sé. Io sono molto attento al calciatore che sia un professionista esemplare prima fuori dal campo. Io farò di tutto per conseguire dei risultati, poi come si dice ‘che Dio ce la mandi buona”.
L’addio di Immobile
“Non è stato dei migliori da un punto di vista umano, avevo un ottimo rapporto con lui. Due giorni prima del ritiro mi ha chiamato dicendomi che stava in forma e che avrebbe fatto 20 gol. Il giorno successivo gli è arrivata questa proposta dalla Turchia, ha fatto le sue valutazioni e ha manifestato la volontà di andare via. Davanti a questa voglia non è giusto frenare. Poi che sono dispiaciuto è ovvio, ma fa parte delle logiche di mercato”.
Settore giovanile
“Noi avevamo nel nostro settore giovanile un 2008 (Francesco Reita) e un 2005 (Jacopo Sardo), ma per una normativa aberrante che gli consente di tesserarsi con squadre di terza serie e di ottenere un parametro minimo, prendono e vanno via. Poi veniamo sbeffeggiati da qualcuno che ci dice che ce li siamo fatti scappare, ma non è che noi ce li facciamo scappare. Le istituzioni che promuovono delle norme dovrebbero prendere la sana abitudine di convocare anche persone che stanno da tempo nel calcio, fare una tavola rotonda e per capire la complessità del sistema. Non posso comprendere come la Fifa possa svincolarsi, andare all’estero e tornare in Italia in un’altra società”.
Perché quindi la Lazio non lancia giovani?
“E’ difficile. Per fare un esempio, Sardo quest’anno avrebbe avuto l’opportunità di avvicinarsi alla prima squadra, magari fare anche l’esordio e ha preferito cambiare aria. Ma il calcio oggi è diventato complicato, prima due società si mettevano d’accordo e il calciatore si spostava solo così. Oggi, intorno a un calciatore, ci sono ben cinque società tra i due club che trattano, i procuratori, i mediatori e la famiglia… Oggi è diventato davvero complicato operare, a meno che non si sta sotto a una regola assurda. Quando viene un agente e chiede 2 milioni di commissioni e una percentuale sull’ingaggio del giocatore è inaccettabile. Bisogna mettere una regola. Ci sono delle società che sono saltate in aria per pagare delle commissioni assurde”.
“I tifosi della Lazio? Sono da medaglia d’oro”
“Gli abbonamenti dimostrano il loro amore per la Lazio. Noi stiamo lavorando per non deluderli, lo facciamo con pacatezza e umiltà. Abbiamo individuato un tecnico abituato a lavorare con i giovani, ma che ha giocato a certi livelli e che sa di calcio. Il nostro è un progetto che vuole avere una finalità, che vuole migliorare il migliorabile. Il nostro auspicio è quello di mettersi al servizio dei tifosi. Io due anni fa dissi che noi dobbiamo stare al servizio della gente e della società, non loro al nostro. Se questo lo si capisce, credo che la Lazio possa togliersi soddisfazioni importanti”.
Dia
“Oggi mettere tutti d’accordo non è semplice. Con la Salernitana abbiamo un accordo e già i moduli firmati da loro. Bisogna ora mettere d’accordo, come dicevo prima, le altre società, quelle dell’avvocato, dell’agente e del calciatore. Stiamo trovando la quadra. La nostra volontà è di prendere Dia. Lui ci ha chiesto un giorno di tempo e ora aspettiamo una risposta dall’entourage”.
I giocatori presi la scorsa estate
“Quest’anno hanno un anno in più in squadra, quindi possono dare qualcosa in più ed è quello che ci auguriamo. Poi sarà il campo a dirci se sono da Lazio e se abbiamo fatto investimenti giusti. A confortarmi è che molti di loro hanno avuto richieste dall’Italia e dall’esterno, ma abbiamo voluto non metterli sul mercato, altrimenti non si riesce a costruire una giusta alchimia”.
L’obiettivo?
“Quello che ho detto ai ragazzi e che predico a loro quotidianamente è che non dobbiamo essere secondi a nessuno e onorare la maglia, lavorare per chi fa i sacrifici per sottoscrivere un abbonamento. Ad agosto tutti hanno vinto i campionati, noi dobbiamo dare il massimo, anche di più, senza illudere nessuno. Se giocassimo per arrivare tra le prime 5? Io sono nato con una mentalità vincente. Non so dove mi porterà, ma io sono convinto che questi ragazzi faranno divertire tutti e ci daranno ottime soddisfazioni. L’importante è non vedere calciatori che passeggiano per l’Olimpico: voglio vedere che diano tutto. Poi il calcio è imprevedibile”.
Altri acquisti verso la fine del mercato?
“Riguardo a questo discorso e a quello del trequartista che può fare la mezzala e il sotto punta, soprattutto se dovesse arrivare Dia che ha anche giocato lì in alcuni club dove ha militato, io penso che la squadra sia completa ed equilibrata, ma ciò non significa che è finito il mercato. Se vediamo che ci sono elementi che ci migliorano, abbiamo l’obbligo di prenderli. I nomi che leggo sono sponsorizzazioni di procuratori che vogliono scatenare un’asta. Gli obiettivi che avevamo in mente li abbiamo centrati. C’è ancora qualcosa da fare e vediamo se troviamo poi un altro elemento che ci può essere utile da aggiungere in rosa”.