Le Olimpiadi dei diritti dimenticano gli atleti russi ▷ “Chi chiederà rispetto per questi ragazzi?”

Una competizione per soddisfare una competitività innata nell’essere umano, ma ancora troppo poco umana, forse, per mettere in disparte altri confronti. Le Olimpiadi di Parigi 2024 si candidano a diventare i Giochi con più polemiche di sempre: dalla cerimonia di apertura, alle preoccupazioni degli atleti nel nuotare nella Senna. Un altro particolare c’è: la mancanza della bandiera per degli atleti che però sono presenti. Ragazzi e ragazze russe allenatisi per questa competizione mondiale sfideranno altri ragazzi, ma senza potersi fregiare della bandiera. La Russia, esclusa per motivi bellici, è così rappresentata: solo a queste condizioni. Ma l’impegno e l’ambizione di quei ragazzi cosa c’entra esattamente con la guerra? E’ ciò che si chiede Fabio Duranti in diretta.

“Lo sport non nasce per dividere, lo sport nasce per pacificare. Gareggiare con gli altri è meraviglioso perché poi tu ti confronti, sfoghi nello sport quel tuo desiderio di competitività. Questo è lo spirito sportivo, le Olimpiadi nate ad Atene.
Le guerre non dovrebbero esistere all’interno delle Olimpiadi e invece esistono perché ci sono degli atleti che non hanno una bandiera.
Perché? Che c’entrano loro? Le loro origini e la dignità del Paese che c’entrano con l’attuale governo che magari può commettere anche degli errori?”.

Ascolta il commento con Fabio Duranti e Fabio Amendolara a Un Giorno Speciale.