Stare dall’altra parte non è così facile. Per capirlo ci sono sue modi: empatizzare con l’opinione di minoranza, o esserci. Gabriele Ansaloni, in arte Red Ronnie, ha scelto la seconda. Quello che è costato è un altro discorso.
“Chi ha vissuto l’era del punk non può che essere così”, e in effetti molte delle voci dissidenti degli ultimi anni vengono proprio da quell’era. Dissidenti da cosa? Da un modo di pensare, di credere, di essere. Una volta c’era la lotta per i salari, ora quella per mostrare parti nude di corpo. Le cose cambiano e non necessariamente in meglio. Progressismo e progresso sono due cose molto diverse, ma in pochi paiono capire anche questo, così masse sempre meno critiche e concentrate su capricci – invece che diritti – prosperano a scapito dei pochi ribelli, quelli veri.
Dal 2020 le cose si sono acuite: “Penso che abbiamo contribuito a salvare tante persone indecise. Molti hanno fatto la puntura costretti, altri no, ma tanti stanno pagando un prezzo alto. Altri hanno trovato nella nostra comunicazione uno spunto per imporsi. Molti medici sono disperati perché stanno vedendo gli effetti della puntura.
Credo che ciò che abbiamo fatto sia servito“, conclude Red, “noi raccontiamo la verità ma attenzione, non abbiamo la presunzione di saperla. Però ti diamo l’opportunità di ascoltare. Non come fa la TV“.
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