Così titola in questi giorni La Repubblica, rotocalco turbomondialista e voce del padronato cosmopolitico: “Nell’offensiva di Kursk le armi NATO combattono per la prima volta in Russia e la parte del Leone la fanno le forniture europee“.
Tutto come da copione, dunque. Del resto, così si era espresso il segretario della NATO Stoltenberg a maggio del 2024: “L’Ucraina usi le armi occidentali per colpire in Russia“.
Non sfugga peraltro l’espressione impiegata dal rotocalco turbomondialista, ‘la parte del leone‘, come se usare le armi europee per colpire la Russia fosse un gesto eroico e non invece un infame atto vigliacco, che peraltro nel caso dell’Italia si pone in diretto contrasto con lo spirito e con la lettera della nostra Costituzione. Costituzione che, lo sappiamo bene, ripudia la guerra. Insomma, un atto da coniglio e non certo da leone.
Lo vado dicendo a tambur battente fin dal febbraio del 2022. Questa non è la guerra della Russia contro l’Ucraina, come l’hanno sempre presentata gli araldi del pensiero unico politicamente e geopoliticamente corretto. Questa invece è la guerra della NATO contro la Russia, colpevole di non genuflettersi al nuovo ordine mondiale americano-centrico.
L’Ucraina del Guitto Zelensky, attore nato con la N maiuscola, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, per inciso, l’attore più pagato di tutti i tempi, impiegato ad arte dalla civiltà del hamburger per accerchiare la Russia e per muovere guerra contro di essa. L’obiettivo di Washington e delle sue colonie è uno soltanto, far capitolare la Russia di Putin, renderla una semplice dependance della civiltà a stelle e strisce, per poi passare alla nuova guerra con la Cina, magari impiegando Taiwan alla stessa maniera dell’Ucraina del guitto Zelensky. Non sfugga che, per ammissione degli stessi giornali mainstream occidentali, l’Ucraina sta invadendo la Russia con le armi occidentali.
Con ciò salta definitivamente la narrazione dell’Ucraina invasa che si difende legittimamente. Siamo passati infatti a una nuova strategia e a una nuova narrazione. L’Ucraina e l’Occidente, meglio, l’Uccidente, si presentano ora come titolati a invadere la Russia di Putin per esportare la democrazia e abbattere la dittatura del perfido zar Rosso.
Siamo tornati al vecchio e squallido teorema secondo cui l’invasore a stelle e strisce non è tale, essendo invece un benefattore che dona generosamente libertà e democrazia ai paesi che invade. È il copione che abbiamo già sperimentato con la Serbia e con l’Iraq, ad esempio. Come nei film dell’industria culturale hollywoodiana, Washington ha sempre ragione per definizione e sempre rappresenta la civiltà e il bene.
Pone in essere invasioni che debbono essere intese come altrettante opere benigne di espansione dei diritti e della democrazia. Si tratta, ebbene chiarirlo, di una narrazione squallida e mendace, narrazione alla quale tuttavia ancora in troppi credono, aderendo all’ordine simbolico dominante di completamento dei rapporti di forza liberal-atlantisti. Diciamolo apertamente e senza ambagi, si scrive globalizzazione, si legge americanizzazione imperialistica del pianeta che muove guerra a tutti i paesi che ancora resistono sotto la cupola washingtoniana.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro