Il professor Sinagra spiega la sentenza che ha condannato Google (e cosa ci aspetta ora)

‘Davide contro Golia’ – Potremmo usare la narrazione biblica per definire la battaglia legale intrapresa (spoiler: vinta) contro un gigante del web apparentemente insormontabile, Google. Partendo dal principio, Radio Radio è stata da sempre un’emittente televisiva e radiofonica libera ed indipendente. Un ente di informazione il cui obiettivo è stato da sempre quello di esprimere il libero pensiero. È proprio in virtù di questi valori fondanti che, durante la pandemia da Covid 19, intraprende la sua attività di analisi critica nei confronti delle imposizioni e delle scelte discutibili prese dalle istituzioni per far fronte all’emergenza sanitaria.
Qui ha inizio la diatriba, Radio Radio utilizza Youtube come piattaforma di diffusione, di proprietà di Google, che ben decide di imporre una limitazione ai video prodotti dall’emittente, la censura dura circa un paio di giorni e da quel momento la Radio non potrà più monetizzare i suoi video grazie al social.

La battaglia legale dura circa tre anni e nel 2024 arriva la fatidica sentenza e la conseguente vittoria di Radio Radio. Ma non finisce qui, Google promette la riattivazione solo in caso di sottoscrizione da parte della Radio delle norme sulla disinformazione medica, che, tradotto in altre parole, vorrebbe dire accettare di non poter criticare più organizzazioni come l’OMS. C’è un però: il tribunale ha imposto al colosso del web la riattivazione, senza l’imposizione di alcuna conditio sine qua non.

Il prof. Augusto Sinagra, ex magistrato ed ex professore ordinario di diritto internazionale e dell’Unione Europea, in sinergia con l’avvocato Lorenzo Minisci, ha rappresentato Radio Radio nel lungo processo che l’ha vista coinvolta.
In un’intervista condotta da Fabio Duranti ha avuto l’occasione di entrare nei dettagli della sentenza e delle dinamiche che hanno riguardato il procedimento legale.

Ascolta l’intervista integrale qui | Un Giorno Speciale, 6 Agosto