Recentemente è emerso che Meta, l’azienda proprietaria di Facebook e Instagram, è stata oggetto di pressioni da parte dell’amministrazione Biden durante la pandemia di COVID-19. Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha rivelato che la Casa Bianca avrebbe insistito affinché la società adottasse misure più severe per censurare e controllare i contenuti legati al virus, inclusi quelli sui vaccini.
Queste pressioni si sarebbero intensificate soprattutto durante i momenti critici della pandemia, quando la preoccupazione per la disinformazione era ai massimi livelli. Zuckerberg ha spiegato che la gestione di tali richieste non è stata semplice, trovandosi Meta a dover bilanciare le pressioni governative con la propria politica di moderazione dei contenuti. Questo nuovo sviluppo ha sollevato dibattiti sul ruolo delle piattaforme social nel gestire le informazioni durante crisi globali e sulle possibili implicazioni per la libertà di espressione.
Ai microfoni di Un Giorno Speciale, Alberto Contri ha commentato le recenti dichiarazioni di Zuckerberg: “Pensate come la comunicazione e la censura imposte dall’amministrazione Biden su uno dei suoi più grandi player mondiali dei social network del momento, ha provocato un modo di pensare nella popolazione supportata poi dai giornaloni e tutta la stampa. Siamo stati ingannati in maniera veramente totale“.
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