Il bilancio dello Stato italiano è falso: vi spiego perché numeri alla mano

Con la legge di bilancio, come noto agli addetti ai lavori, il governo aveva introdotto la possibilità per le imprese di definire in modo agevolato i carichi fiscali pendenti, i cosiddetti “Rottamazione Quater“.

Ebbene sì, perché “quater”? Perché in realtà ce ne sono già state altre tre precedenti, tanto che ormai questa notizia non costituisce più una novità e un’eccezione, bensì una ricorrenza attesa, praticamente certa.
Ma partiamo dall’inizio. L’agenzia della riscossione ha una mole di crediti verso i contribuenti italiani – vuol dire che sono già scaduti, che hanno superato la fase del pagamento regolare – di oltre mille miliardi di euro.

Quanti sono 1000 miliardi? Per darvi un’idea, una finanziaria nazionale ne sposta 50-60. Questo dà un’idea della dimensione del problema di cui sto parlando. Di questi mille miliardi quasi il 90 per cento è considerato di recupero difficile se non palesemente inesigibile. Insomma, io sto affermando che il bilancio dello Stato è falso, perché se applicassi gli stessi criteri di un bilancio privato, quelli che poi lo Stato controlla, questo sarebbe un bilancio, lo dico chiaro, falso. Perché? Perché è fatto di crediti inesigibili, quindi non è vero quello che c’è scritto. Oltre 7 milioni di italiani ricevono da anni una cartella esattoriale per dei debiti non pagati, senza darne seguito.

Allora è normale che ogni tentativo di recupero di queste somme faccia flop, con pochissimi ad aderire e ancora meno a rispettare il piano. Quindi la domanda diventa: ma si può pensare a un sistema fiscale più equo che non porti a questo?
Ma è possibile che non si capisca che il modello economico nel quale siamo entrati da più di 20 anni è un modello che in realtà non funziona più? Perché non porta assolutamente ad alcun tipo di soluzione e ancora queste somme non svalutate andranno recuperate. Per cui la vera questione è: siamo sicuri che non ci sarà ancora presto un’ondata di accertamenti sui soggetti che sono ancora in grado di pagare appesantendo ancora di più l’impatto sulle casse dei contribuenti che normalmente pagano?

Queste sono le domande e proviamo ancora a fare un azzardo.

I prossimi accertamenti verranno fatti forse a tappeto su tutte le concessioni che il governo ha fatto negli anni precedenti? Mi riferisco ai crediti d’imposta sugli investimenti, sulla ricerca e sviluppo, sui bonus edilizi. Beh, può darsi che sbagliamo, ma speriamo davvero di sbagliarci e soprattutto la questione è: che Stato è quello che, entrato in un regime che chiamiamo Unione Europea, quando la gente non riesce più a pagare le tasse, anziché cambiare il sistema fiscale, prova a cambiare direttamente il regime nel quale è entrato?

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi