Borghi affossa il referendum cittadinanza ▷ “Distorce la Costituzione: ho pronta la proposta di legge”

Ma la raccolta firme per anticipare la cittadinanza ai residenti da almeno 5 anni, rispetta la norma costituzionale?
Già perché raggiungere mezzo milione di consensi è stato un gioco da ragazzi, questione di poche ore, e adesso si passa alle urne. O meglio, a gennaio è previsto il vaglio della Corte Costituzionale sull’ammissibilità. Il possibile voto a primavera. Chissà se in Corte Costituzionale si discuterà di questo: il fatto che i padri costituenti avevano pensato lo strumento delle firme in modo e per uno scopo totalmente diverso rispetto a quanto fatto coi clic online per il Referendum sulla Cittadinanza.
Qui l’intervista di Stefano Molinari al Sen. Claudio Borghi.


“Non è lo strumento previsto dai padri costituenti”

“Evidentemente c’è qualche problemino. Nel senso che parla uno che è stato d’estate con un caldo terribile a vidimare a controllare 500.000 firme per il referendum sulla Fornero, referendum oltretutto dichiarato inammissibile con una motivazione molto discutibile, mettiamola così, dalla Corte Costituzionale, però intanto so cosa voleva dire avere a che fare con la raccolta delle firme.

Stiamo assistendo a quello che era stato volutamente considerato da parte dei padri costituenti come un traguardo complicato da raggiungere, e che quindi desse una qualche minima garanzia che il quesito fosse una questione molto sentita e quindi potenzialmente avente una maggioranza nelle aule, perché si parlava ovviamente di raccogliere 500 mila firme che è un traguardo complicato. Perché raccogliere 500.000 firme vi assicuro non è semplice, però è evidente, come è sempre successo in passato, che se la questione era sentita da ampie fasce della popolazione, 500.000 firme si raggiungevano.

Però se noi cambiamo le regole e invece di fare 500mila firme, facciamo 500mila clic, purtroppo ci stiamo accorgendo che in realtà non è affatto difficile. Potenzialmente domani un qualsiasi influencer, ma anch’io tutto sommato, potrei mettermi lì e dire “dai ragazzi cliccate tutti assieme, arriviamo a 500.000”, facciamo un referendum per abolire il caffè latte e così via.
Purtroppo così facendo si svilisce in modo incredibile lo strumento, e non dimentichiamo che non è uno scherzo. Quando alla fine si approva un referendum abrogativo, queste sono a tutti gli effetti elezioni. La macchina elettorale è la stessa che si attiva per le elezioni politiche: significa chiudere le scuole, preparare tutti i seggi di scrutatori e così via in 80 mila sezioni d’Italia, un costo incredibile, ma quello sarebbe anche l’ultimo dei problemi, la democrazia deve essere un costo, ma in questo caso però non è democrazia, in questo caso è capriccio di una piccola minoranza, perché per approvare il referendum ci vogliono 25 milioni di persone che alzino il loro sederone dal divano e che vadano a scrivere su una scheda, come nel caso del referendum sulla cittadinanza, che vogliono cittadinanze più facili per gli stranieri”.

La proposta di legge

“Io non ho nessun dubbio su cosa succederà di questo referendum, 25 milioni di persone che corrono a votare per avere cittadinanza più facile per stranieri, clandestini e compagnia bella non ci saranno mai, quindi non è un problema di cosa sarà l’esito di questo referendum, il problema è che abbiamo visto chiaramente che non va bene, non si può lasciare in mano uno strumento che era stato pensato per essere un’extrema ratio, una cosa molto sentita dalla popolazione e come tale trasferibile al diretto consenso popolare in una sciocchezzuola da influencer.

Magi vuole perfino abbassare il quorum? Perfetto! Referendum land, diventiamo. Io direi che per il futuro invece presenterò una proposta di legge che vada in senso totalmente opposto.
E’ già in verifica negli uffici. Il senso è riportare le cose come erano prima, molto banalmente tornare alla Costituzione più bella del mondo e specificare che si tratta di firme, non si tratta di clic”.

Ascolta tutto l’intervento nel video | Lavori in Corso, 26 settembre 2024