Intervenuto da Francesco Borgonovo, l’economista Gabriele Guzzi ha fatto il quadro dell’Europa a trazione von der Leyen: un secondo capitolo che rischia di essere più drammatico del primo e che, proprio alla luce di questo, non si spiega perché stia iniziando sotto la stessa stella.
Qui l’intervista video.
von der Leyen 2 – La vendetta
“Io sinceramente non riesco ad essere più di tanto emozionato. Mi faceva ridere la presentazione di ieri in Europa della commissione von der Leyen che aveva questo titolo: “von der Leyen 2”, perché era la seconda commissione.
Io ci vedevo anche un messaggio subliminale, cioè mi sembrava un titolo perfetto per un film dell’horror: von der Leyen 2, la vendetta. Perché, Fitto o non Fitto, queste sono questioni di superficie, il punto è che la commissione von der Leyen che si è conclusa, quindi le von der Leyen 1, è stata sicuramente la peggiore commissione della storia dell’Unione Europea.
Ed è molto difficile raggiungere un traguardo del genere, un risultato estremamente complicato. Vuol dire aver fatto peggio di Juncker, vuol dire aver fatto peggio di Barroso, i dati sono inequivocabili. Da quando c’è la von der Leyen abbiamo avuto una perdita di potenza industriale, di potenza economica, di potenza geopolitica dell’Unione Europea, che si è esacerbata soprattutto dopo la guerra in Ucraina, che la Von der Leyen ha gestito in esplicita contraddizione con gli interessi europei, e in particolare tedeschi e italiani.
Quindi la mia domanda è: se i risultati di von der Leyen 1 sono stati così terrificanti come un film dell’horror, Perché l’abbiamo riconfermata? Perché abbiamo scelto di nuovo come guida quasi assoluta, come dicono giustamente i giornali, perché non ci sono commissari di peso in questo nuovo governo, l’abbiamo riscelta di nuovo? Ecco io credo che la domanda sia molto interessante e penso che se l’hanno rimessa lì vuol dire che risponde a degli interessi non dei popoli europei e neanche del popolo tedesco da cui proviene, ma probabilmente dagli interessi americani che la von der Leyen ha promesso di difendere con assoluta fedeltà e devozione nei prossimi anni. Quindi onestamente questa commissione von der Leyen 2 mi fa molta paura sotto tutti i punti di vista, non solo economici, ma anche di pace. Quindi che ci sia Fitto o meno cambia poco, nel senso che non è così rilevante”.
Su Fitto
“Forse da un punto di vista politico è anche una buona conquista di Meloni, però insomma parliamo appunto di beghe, di politica di basso livello, cioè nella scorsa Commissione avevamo Gentiloni agli affari economici, non so se ce ne siamo accorti noi come italiani di questi grandi benefici, e comunque Fitto ora ha un ruolo anche minore. Penso che nonostante Fitto sia riconosciuto come bravo politico, qui i problemi sono molto più grandi di Fitto, e questa riconferma di von der Leyen segnala problemi molto più strutturali del declino europeo di questi anni.
Io dell’Europa non ne faccio un feticcio. Io guardo le questioni empiriche, i dati. La produzione industriale in Italia e in Germania è in calo da 18 mesi. La Volkswagen rischia di chiudere stabilimenti, cosa che non era mai avvenuta nella storia di questa gloriosa azienda degli ultimi decenni, avevano una gestione molto sociale dei propri posti di lavoro.
Quindi io vedo che la von der Leyen è stata una pessima commissaria europea che ha fatto il male dell’Europa, ha fatto il male della Germania, ha fatto il male dell’Italia. E quindi mi chiedo perché, e questo non vuol dire fare complottismo, però vuol dire anche interrogarsi su delle questioni che altrimenti rimarrebbero insondabili”.
Capitolo Draghi
“Su Draghi a me fa un po’ ridere quel suo rapporto.
Io l’ho chiamata una confessione senza pentimento. Perché Draghi individua delle cause del declino economico europeo a cui lui ha largamente contribuito. Cioè le politiche e l’infrastruttura europea le ha costruite lui in 30 anni.
Le sanzioni alla Russia, di cui lui parla in quel rapporto, le ha decise lui. Lui in quel suo rapporto dice che l’Europa ha perso improvvisamente il più importante fornitore d’energia che aveva, ovvero la Russia. Io mi chiedo, ma l’ha perso in metropolitana? L’ha perso per sbaglio? O è stata approvata una deliberata politica di sanzioni? Politica a mio avviso suicidaria, perché, insomma, la gestione dei rapporti con la Russia doveva essere fatta altrimenti non negli ultimi due anni, ma negli ultimi quindici anni”.
“Vogliamo essere così ingenui?”
“L’Unione Europea è quella che è, cioè è una struttura oramai tecnocratica, a vocazione oligarchica, che mira alla desertificazione industriale del continente. I motivi, onestamente, io non li vedo razionalmente. Per cui devo indagare cosa si può celare dietro, perché se devo vedere ciò che osservo, rimango allibito.
C’è la riconferma della von der Leyen, appunto, come ho detto, è la riconferma della peggiore commissaria europea in termini di dati economici della storia europea. Per cui, come dire, io non credo che sia solo una questione di partiti europei. Vogliamo essere così ingenui e credere che sia il Partito Popolare europeo che decida le sorti del continente?
Noi abbiamo avuto un sabotaggio del più importante asset energetico della Germania e dell’Europa, cioè il Nord Stream. Aabbiamo vissuto un attacco evidente, oggettivo del nostro sistema produttivo. E a quell’attacco la von der Leyen, ma tutti i leader tedeschi, non hanno detto niente.
E allora la domanda è perché? Non possiamo liquidare tutte queste domande come complottismo”.