Anche sull’immigrazione di massa destra e sinistra si rivelano due facce della stessa medaglia

Esce in questi giorni un surreale articolo su Il Foglio, giornale saldamente schierato su posizioni liberal-atlantiste. L’articolo tratta espressamente della vexata questio dell’immigrazione di massa e lo fa dalla prospettiva dell’ordine mondiale turbocapitalistico. E’ firmato Cerasa, che così scrive in un quasi lirico passaggio del surreale articolo: “L’economia dice che serve l’immigrazione, tanta, buona e regolare e anche il governo ha capito. L’immigrazione si governa, non si ferma. Ciao sovranisti”

Alcuni rilievi critici si impongono a nostro giudizio come necessari e ineludibili. Anzitutto l’ideologia della naturalizzazione dei fenomeni storici, presentati dal discorso dominante come ineluttabili fatti naturali che semplicemente debbono essere registrati alla stregua dell’eclissi o dell’andamento dei pianeti. In secondo luogo, il ben noto teologumeno L’Economia dice che, quasi come se si trattasse di una divina luce che generosamente scende dall’alto a illuminare la nostra strada accidentata.

In terzo luogo, la prospettiva che celebra l’immigrazione di massa dal punto di vista dei vantaggi, tra virgolette, che essa comporterebbe per il mondo del lavoro. Vantaggi che, naturalmente, vanno tutti a beneficio della classe capitalistica transnazionale, la quale tratta e considera i migranti come risorse da cui ricavare pluslavoro e dunque plusvalore. La plutocrazia neoliberale ha certamente bisogno dell’immigrazione di massa, da che ciò comporta l’arrivo di braccia a basso costo che garantiscono la massimizzazione del profitto e l’abbassamento generale delle condizioni delle classi lavoratrici.

Parafrasando Carlo Marx, il capitale giubila l’arrivo dei migranti come il vampiro al cospetto del sangue umano. Dietro la retorica arcobalenica dell’accoglienza e dell’integrazione, si nasconde il grigio, il colore del nostro tempo, ha rilevato Peter Sloterdijk, il grigio dello sfruttamento e del profitto. Anche per quel che concerne la questione dell’immigrazione, appare allora lampante il nesso simbiotico tra la destra del danaro e la sinistra del costume, così come lo abbiamo studiato nel nostro libro Demofobia.

La prima, cioè la destra del danaro, vuole le braccia a basso costo dei migranti e la seconda, la sinistra del costume, celebra l’immigrazione di massa come imperdibile occasione di incontro multiculturale che deve essere difeso e anzi potenziato a oltranza.

RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro