Intervenuto da Francesco Borgonovo, l’ex eurodeputato del Movimento 5 Stelle Dino Giarrusso è tornato sulla prima avventura grillina in Europa, dove il M5S fu decisivo nella prima elezioni di Ursula von der Leyen: una scelta che, a detta dello stesso Giarrusso, lascia oggi l’amaro in bocca alla luce di ciò che è accaduto dopo.
«Una verità storica è che il Movimento 5 Stelle, quando io sono stato eletto con tanti voti al Parlamento Europeo, non aveva una guida, una linea europea. Quindi noi, che eravamo 14, discutevamo fra noi di cosa fare. Non c’era una linea da Roma, non c’era nulla.
Chiedemmo un incontro con von der Leyen, che ci fece delle promesse, la prima delle quali, state attenti, era abolire il Trattato di Dublino per affrontare in maniera completamente diversa proprio l’immigrazione. Nel suo discorso di insediamento, se ve l’andate a ricercare, il primo punto che tratta è proprio Dublino, dicendo aboliremo il trattato di Dublino, riscriveremo completamente le regole.
Esiste un video mio, che fu il primo intervento dei 5 Stelle in europarlamento nel 2019, dove dico “noi l’abbiamo votata, ma attenzione saremo la sua spina del fianco se lei non rispetterà le promesse”. Purtroppo non ha rispettato le promesse. Aggiungo che la Lega, partito che allora era nel governo con i 5 Stelle, esce quella mattina con un’intervista sulla stampa del capogruppo Zanni che dice che avrebbero votato la von der Leyen.
Alle 10 mi chiama Rinaldi, l’amico Antonio Rinaldi, dicendo guarda non la votiamo. Ma come non la votate? Sì, non la votiamo. In più la von der Leyen aveva circa 80-90 voti di vantaggio, di agio, e invece alla fine ebbe tanti franchi tiratori per cui i nostri 14 voti furono decisivi, sennò non sarebbe stata eletta.
Oggi il Movimento 5 Stelle, del quale io non faccio più parte, non ha rivotato la von der Leyen perché la von der Leyen non ha fatto quello che ci aveva detto. Però chiaramente quando tu fai una trattativa cerchi di ottenere il più possibile. Il problema è che con la scusa del Covid, perché il vero problema in Europa è stato il Covid, e quindi hanno fatto come gli pareva perché c’era un’emergenza, vi assicuro che è andata così e tanti problemi sono dovuti a questo atteggiamento anche da parte della von der Leyen: non ha rispettato le promesse e quindi io sono non dico pentito, ma sono molto deluso da quello che è successo in seguito al nostro voto.
L’entusiasmo di Di Maio? L’ha esibito dopo, perché non ci ha fatto neanche una telefonata per dirci secondo me dovete votare sì o no.
Cioè, lì non c’era linea. Voi dovete immaginare un partito che era il primo partito nel Parlamento italiano e il secondo nel Parlamento europeo, dove non c’era una linea europea. Cioè, da questo punto di vista il Movimento, che ha tanti meriti, perché ha avuto tanti meriti, in parte alcuni li ha ancora, aveva anche dei buchi enormi che non sono stati colmati in tanti anni.
Questa cosa va compresa, perché tu arrivi in Parlamento Europeo e non c’è nessuno che ti dice, da Roma, “vorremmo che quantomeno affrontaste questo problema, che aveste questo atteggiamento”. Non c’era».