Le squadre ci sono, le date pure: dal 15 giugno al 13 luglio.
Esattamente come un mondiale tra nazionali, quello per club si gioca ogni quattro anni. Ben 32 le squadre partecipanti, tra le quali spuntano Juventus e Inter. C’è anche il Paese: gli Stati Uniti. Manca però all’appello la radice della competizione: chi compra la visione delle partite.
Il bando per i diritti tv è scaduto, e la FIFA non ha ancora trovato qualcuno interessato a far vedere la competizione agli spettatori tramite i propri canali. Né ci sarebbe ancora la collocazione di queste partite: ancora niente stadi. E’ ciò che riporta la Gazzetta dello Sport.
Le due squadre italiane attendono comunicazioni esatte sulle modalità di una competizione che rischia di arrivare ai sorteggi di dicembre senza la tavola apparecchiata. Il commento dei nostri in diretta a Radio Radio Lo Sport.
“Chi si occupa di trovare i diritti di vendere il prodotto è un italiano molto bravo – riporta Tony Damascelli – molto professionale, si chiama Romy Gai, ex Juventus, e trova difficoltà. Trova difficoltà perché Infantino ha collocato il torneo in un periodo incredibile. Non si trovano i diritti televisivi, o meglio non si trovano quelli che coprano i denari necessari. Perché per poi coinvolgere le squadre che sappiamo nel torneo bisogna pagarle“.
Stefano Agresti, vicedirettore della Gazzetta dello Sport, parla di un accordo mancato non solo con le tv, ma anche con la Apple.
“Mancano 4 miliardi di diritti televisivi. E’ abbastanza curioso che a nove mesi dall’inizio manchino 4 miliardi quelli attesi dai diritti televisivi e manchino le città nelle quali si gioca. Confidavano molto nella Apple, pensavano che la Apple potesse dare 4 miliardi, invece la Apple ne ha offerto uno“.
“Mi rendo conto di una cosa – dice Giancarlo Padovan – che sono andati un po’ troppo avanti: è vero che non ci sono le città, ma ci sono le date, ci sono le istruzioni, c’è un’attenzione mediatica molto sviluppata. Come fa Infantino a dire: ‘No, abbiamo scherzato, ma non lo possiamo fare’? Sarebbe una resa e anche una sconfitta, secondo me, dal punto di vista politico e dell’immagine. Quindi, ripeto, io spero che non lo facciano, ma dubito che Infantino e la FIFA possano fare una ritirata precipitosa giunti a questo punto“.