Era una mattinata ordinaria per Daniele De Rossi. Un inizio di giornata con il campionato in testa e l’Udinese nel mirino. L’allenatore della Roma passeggiava per Trigoria: fratini in mano pensando a dove mettere i cinesini, si prepari il campo per l’inizio dell’allenamento. La seduta non ci sarà mai, come noto. De Rossi uscirà da Trigoria qualche ora dopo sorridendo per l’ultima volta ai tifosi e firmando autografi: “Firmo veloce, ma ora fatemi andare a casa“.
Cos’è successo nel mezzo delle due scene? Per capire meglio stamattina occorre però fare un passo indietro di ventiquattro ore. Siamo sempre a Trigoria e nella riunione decisiva il nome urlato è quello di Francesco Totti.
“La sua intervista della scorsa settimana ha pesato tantissimo. Totti è stato molto critico sul calciomercato e con l’operato della società, ma ha detto una cosa che ha fatto tagliare la testa a De Rossi, cioè che lui sente De Rossi tutti i giorni“. A riferirlo il direttore Ilario Di Giovambattista: “Questo passaggio è stato interpretato dalla famiglia Friedkin come una cazzimma tra DDR e Totti, il quale aveva detto che De Rossi avrebbe fatto la fine di Mourinho se non fosse stato attento. E glie l’hanno fatta fare“.
Per giunta la procedura è stata grossomodo la stessa: “A Mourinho hanno fatto trovare un furgoncino fuori da Trigoria, intimandogli di lasciare il centro entro un’ora. Stamattina De Rossi stava preparando il campo e ha saputo dell’esonero tramite il comunicato della Roma. Si è fatta pagare una persona col proprio posto di lavoro perché un altro ha detto di sentirlo tutti i giorni. Questo è stato uno dei temi principali di ieri a Trigoria“.