Meneschincheri in diretta su Sinner: “Lui anormalità nel tennis. Dà fastidio perché troppo perfetto?”

In difesa di Jannik Sinner. Durante ‘Lavori in corso’ Marco Meneschincheri, voce di SuperTennis, ospite di Stefano Molinari si schiera dalla parte del campione italiano, protagonista di un editoriale del Washington Post a metà tra l’elogio e la critica. L’autrice dell’articolo, la giornalista Sally Jenkins, ha descritto l’altoatesino come “campione che ti fa addormentare”. Secondo Meneschincheri “in questo momento si sta parlando un po’ troppo di Sinner, è come se desse fastidio. Forse è troppo perfetto? Lui fa il suo lavoro e lo fa abbastanza bene, è il numero 1 al mondo, non è colpa sua se dall’altra parte della rete non trova qualcuno alla sua altezza”.

Quello che ha scritto la giornalista statunitense, spiega l’ex tennista romano, “è anche vero, se vai a vedere i risultati di queste prime partite agli US Open mi sono quasi addormentato io che commento. Sinner è talmente superiore che non c’è match, ma questa non può essere una colpa”. Nel modo in cui gestisce gli incontri, il 23enne “è l’anormalità: i suoi gesti fuori dal campo, i passaggi per tv e radio, il fermarsi dopo la partita a firmare autografi… Ora sta diventando normale perché lo conosciamo, ma prima questo non accadeva. Penso all’articolo come complimento, non una critica. La colpa è degli avversari, lui in questo momento è veramente troppo forte, basti pensare che tra lui e il secondo nel ranking ci sono 3000 punti di distanza, ossia tre tornei importanti”.

Per intensità, continua Meneschincheri, “come ha detto un suo recente avversario: non dà tempo di giocare”. Per fare un paragone, “probabilmente Andre Agassi è quello che gli somiglia di più in campo. Anche a livello umorale sono simili: Agassi di scenate in campo non ne faceva, ma lo chiamavamo ‘Flipper’, giocava talmente tanto veloce che sembrava un flipper”. La qualità maggiore di Sinner, conclude l’ospite, è che “se lo vedi giocare il tennis sembra semplice. Ha una facilità di gioco che ti chiedi cosa ci voglia a tirare quei colpi, poi ci provi e te ne rendi conto. Sul tempo della palla è perfetto. Funziona come nel calcio, dove i giocatori forti fanno correre il pallone mentre gli altri corrono“.

‘Lavori in corso’ | 2 settembre 2024