Lunedì 16 settembre, a Roma, il leader laburista britannico Keir Starmer ha incontrato la premier italiana Giorgia Meloni per discutere questioni di rilevanza internazionale, tra cui la gestione dei flussi migratori e la guerra in Ucraina. Durante l’incontro, Starmer ha elogiato il “Piano Mattei“, la strategia italiana per affrontare le cause profonde dell’immigrazione attraverso una maggiore cooperazione con i Paesi africani. Entrambi i leader hanno sottolineato l’importanza di trovare nuove soluzioni per gestire l’immigrazione irregolare e combattere il traffico di esseri umani.
L’incontro ha evidenziato un terreno comune tra Meloni e Starmer, nonostante le differenze politiche. La Premier italiana ha illustrato l’impegno del suo governo nell’affrontare l’emergenza migratoria attraverso politiche che combinano sicurezza e solidarietà, con l’obiettivo di evitare tragedie nel Mediterraneo e di sviluppare un approccio condiviso a livello europeo. Starmer, impegnato a costruire la sua agenda politica in vista delle elezioni britanniche, si è mostrato interessato alle soluzioni adottate dall’Italia e ha riconosciuto la necessità di un approccio più pragmatico e cooperativo in Europa.
Sul fronte della guerra in Ucraina, entrambi i leader hanno confermato il loro impegno nel sostenere Kiev, riconoscendo che il conflitto rappresenta una sfida cruciale per la stabilità globale. L’incontro tra Meloni e Starmer ha segnato un passo importante nel rafforzamento delle relazioni tra Italia e Regno Unito, con la promessa di collaborare su temi strategici come la sicurezza e la gestione dei flussi migratori.
Secondo Daniele Scalea, presidente del Centro Studi Machiavelli, però, non è tutto oro quello che luccica e dietro la visita di Starmer a Meloni ci sarebbero ragioni ben specifiche: “Ricordate Minniti? Il suo operato ci ha dato la chiave di lettura di questa nuova situazione sui migranti. Quando nel 2016 circa Minniti impresse quel cambio di rotta abbastanza netto agli allora governi di sinistra, avvicinandosi alla destra soprattutto sull’immigrazione, disse di temere per la tenuta demografica delle nostre democrazia. Cosa voleva dire? Se arrivano troppi immigrati, la gente non li vuole e vota la destra mandandola al potere. Proprio questa è la chiave di lettura con cui interpetare le recenti mosse di Scholz e Starmer per avvicinarsi alle idee dei governi di destra sull’immigrazione. Stanno ingannando gli elettori per non perdere consensi, ma l’obiettivo rimane sempre una società multiculturale“.