Le dichiarazioni di Stoltenberg su Cina e Russia nascondono ben altre intenzioni

Destano davvero un certo interesse le recenti dichiarazioni rilasciate da Stoltenberg, già segretario della Nato. Egli così ha asserito in maniera disinvolta: “Il sostegno di Pechino a Mosca deve finire“.

Ora, non è del tutto chiaro, in vero, che cosa realmente intenda l’uomo della NATO. Il sostegno deve finire perché Pechino deve persuadersi della necessità di staccarsi, per così dire, dalla Russia? O deve finire perché, in un modo o nell’altro, l’Occidente, anzi l’Uccidente, deve agire a ciò che non sia più possibile, detta relazione di supporto di Pechino verso Mosca? La prima lettura sembra di difficile attuazione, se si considera che il supporto del dragone cinese all’orso russo non è mai stato così forte come è ora. La cordiale intesa tra Russia e Cina, una delle più significative novità dello scenario contemporaneo, appare decisamente solida e difficilmente destrutturabile.

La Russia e la Cina si sono unite soprattutto per una necessità logica, quella di resistere a quell’imperialismo di Washington che già da tempo ha ostentato la propria ostilità verso l’una e verso l’altra. Non si capisce allora davvero perché la Cina dovrebbe abbandonare la propria relazione consolidata con la Russia. Più plausibile è allora forse l’altra lettura.

Washington e i suoi famuli europei dovrebbero, secondo Stoltenberg, agire direttamente contro Pechino, colpevole, oltretutto, di supportare la Russia di Putin. Sia quel che sia, vi sono due aspetti che non debbono passare sotto silenzio e che vorrei ora commentare in maniera impressionistica. Anzitutto, l’importanza nodale della cordiale intesa tra il dragone e l’orso.

Intesa che è decisamente problematica per Washington, ed è anzi, a nostro giudizio, il vero motivo per cui la civiltà del dollaro non ha ancora attaccato direttamente la Russia, ben sapendo che la Russia è supportata dalla Cina. Fintanto che Russia e Cina saranno unite, vi sarà speranza per un mondo multipolare, sottratto all’arroganza e alla libido dominandi dell’imperialismo a stelle strisce. La speranza non arriva certo da Trump, come taluni stoltamente si ostinano a ripetere, giunge semmai dalla possibilità di un mondo multipolare guidato dall’agire sapiente e coordinato della Cina e della Russia.

La seconda questione che desidero affrontare, e che mi pare davvero non trascurabile, riguarda la protervia e il delirio di onnipotenza della civiltà dell’hamburger, la quale non soltanto vuole comandare il mondo considerandosi come l’unica nazione indispensabile, parola di Bill Clinton, ma che altresì desidera decidere le alleanze e le relazioni delle altrui nazioni, compresi i giganti come la Russia e la Cina. Ora credo che da queste considerazioni affiori con limpido profilo come il vero problema per un equilibrio su scala planetaria non siano certo la Russia e la Cina, ma sia invece quella civiltà del dollaro che pretende di governare il mondo e che chiama globalizzazione l’americanizzazione del pianeta, e di più non accetta la presenza di realtà non sottomesse al proprio ordine planetario. Ecco perché vi è più che mai bisogno della cordiale intesa fra il dragone cinese e l’orso russo, ecco perché vi è una disperata necessità di un mondo multipolare che riesca a trovare un equilibrio e ad arginare la volontà imperialistica di potenza della civiltà del dollaro.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro