Più armi all’Ucraina: ce lo chiede Draghi ▷ Borgonovo: “Esercito UE? Lo immagino già al primo dissenso”

L’Ucraina non può aspettare. E quindi le aziende europee del settore della difesa non devono temere la burocrazia, se l’intento è produrre più armi. E’ il riassunto che fa Politico.eu di un rapporto stilato da Mario Draghi che il quotidiano statunitense ha visionato in esclusiva.
Nella bozza che verrà presentata domani in una riunione a porte chiuse al Parlamento europeo, l’ex premier italiano dice: “La base industriale della difesa dell’UE sta affrontando sfide strutturali in termini di capacità, know-how e vantaggio tecnologico. Di conseguenza, l’UE non sta tenendo il passo con i suoi concorrenti globali“. L’appello all’Europa è quello di incrementare la produzione di armi da destinare all’Ucraina tramite un “principio di preferenza europea”. Il rapporto, richiesto all’ex BCE da Ursula von der Leyen, include la formazione di nuove autorità, e chiede che le industrie di armi abbiano pieno accesso ai fondi UE.

Qui c’è forse anche una spintarella all’esercito comune europeo“, dice in diretta Francesco Borgonovo, vicedirettore de La Verità.
Qual è il punto? Che se fosse una questione di dire noi italiani alimentiamo il bilancio, riforniamo le nostre provviste di armi, potenziamo il nostro esercito e ci riappropriamo della nostra sovranità militare, tutta la questione potrebbe anche avere un senso. Ma se deve andare a beneficio delle industrie di armi e soprattutto se deve servire a spingere per l’esercito europeo, secondo me non è una grandissima idea. Chi è che lo guida questo esercito? Chi è che decide? Dove si impegna? Cosa fa? Me l’immagino già l’esercito europeo a reprimere le manifestazioni di piazza contro le cose che non piacciono. Draghi qui propone di snellire le procedure: è una cosa che si è detta anche nei mesi passati. E si è sempre usata, questa secondo me è una cosa abbastanza subdola, la guerra in Ucraina in questi mesi per dire che bisogna aumentare la spesa militare“.