Dopo i rimpianti casalinghi contro l’Arsenal alla prima, si dilaga in campo neutro contro lo Shakhtar.
Più autorevole in Europa che all’interno dei confini nazionali, in questo primo scorcio d’autunno, la Dea.
Lo scatto che scegliamo noi è quello che esemplifica l’applicazione e la meticolosa dedizione tattica, oltre che l’intensità profusa: la prestazione di Davide Zappacosta, su e giù per una fascia coperta senza soluzione di continuità, garantendo sempre supporto e qualità; tagliando i rifornimenti altrui e non facendo mai mancare quelli utili allo sviluppo della manovra orobica, che ne risulta arricchita al punto tale che i firmatari dei gol traducono la coralità bergamasca: Djimsiti, Lookman, Bellanova; come a dire che la qualità e l’aggressione dell’avversario arrivano sia dai lati che attraverso i corridoi centrali.
Prima di riflettere sul fatto che Gasperini può permettersi due subentri che si chiamano Retegui e Zaniolo, è dunque giusto celebrare la classe (apparentemente) operaia che va in paradiso, quella degli Zappacosta sulla cui continuità di rendimento uno come Gasp può continuare ad alimentare l’ambizione, rinnovata, di fare il passo più lungo della gamba.
Paolo Marcacci