Claudio Cecchetto è un pioniere della musica e dell’intrattenimento in Italia, noto per aver scoperto e lanciato artisti come Jovanotti, 883 e Fiorello. Nato come DJ, ha rivoluzionato la radio e la televisione italiane fondando Radio Deejay e programmi come Deejay Television, che hanno segnato un’epoca. La sua visione innovativa e la capacità di anticipare tendenze lo rendono una figura iconica della cultura pop italiana, un talento che continua a ispirare le nuove generazioni.
Ha parlato ai microfoni di Francesco Caselli a Radio Radio Café:
Tra i talenti che hai inventato, chi è quello a cui sei più affezionato?
“Non dico mai di aver ‘inventato’ qualcosa, perché in realtà non ho inventato nulla. Ho solo scoperto talenti, ho dato una possibilità ad artisti di emergere. In pratica, ho portato alla luce persone di talento tramite la radio, che era diffusa su tutto il territorio. Questo mi permetteva, quando individuavo un artista, di farlo conoscere senza aver bisogno di altri.
Per quanto riguarda gli artisti, è come con i figli: non puoi chiedere a qualcuno quale sia il suo figlio preferito. È molto difficile scegliere. Però, con alcuni riesci a costruire un rapporto più facilmente, ti diverti anche tu. Questo è successo con Jovanotti, ma anche con Gerry Scotti e Fiorello.”
Ti aspettavi più riconoscenza da qualcuno dei tuoi artisti?
“La riconoscenza, secondo me, non è dovuta. La riconoscenza è sinonimo di intelligenza: più una persona è intelligente, più è riconoscente. Bisogna avere il coraggio di essere riconoscenti, perché questo non sminuisce, anzi. Al contrario di quanto pensano le persone meno intelligenti, la riconoscenza non ti diminuisce, ma ti esalta, perché mostra che, oltre all’artista, c’è anche una persona autentica. E tutti dovremmo essere riconoscenti verso chi ci ha aiutato.”
Cosa è successo con Max Pezzali?
“Preferirei parlare di cose belle. Diciamo così, non è un campione di riconoscenza. Tutto qua”.
Ascolta l’intervista integrale qui | Radio Radio Café 29 Ottobre