Nelle ultime ore la tensione tra Israele e Iran ha raggiunto un nuovo livello di allerta, con gravi episodi che rischiano di destabilizzare ulteriormente l’intera regione mediorientale. L’Iran ha lanciato missili balistici contro Israele, secondo quanto confermato dalle Forze di Difesa israeliane (IDF). Questo attacco è avvenuto in un contesto già particolarmente teso, con Israele che, alla fine di settembre, aveva intrapreso incursioni limitate in Libano, lungo il confine meridionale, per rispondere a spari provenienti da Hezbollah, l’organizzazione sciita filo-iraniana che ha una presenza consolidata nel Paese. Queste azioni reciproche hanno riacceso i timori di un’escalation militare su vasta scala, con il rischio che il conflitto si estenda al di fuori dei confini di Israele e Libano.
A rendere la situazione ancora più critica sono state le dichiarazioni degli Stati Uniti, che hanno segnalato l’imminente possibilità di ulteriori attacchi iraniani con missili balistici contro Israele. Washington si è subito schierata al fianco dell’alleato israeliano, intensificando i moniti contro Teheran. Gli attacchi missilistici, probabilmente legati alla crescente presenza militare israeliana in Libano, sottolineano la volontà iraniana di influenzare la situazione al confine settentrionale israeliano. Israele, tuttavia, resta determinato a difendere la propria sicurezza nazionale e a contenere l’influenza iraniana nella regione, pur affrontando il rischio di innescare una guerra su larga scala che coinvolgerebbe diversi attori regionali e internazionali.