Da diversi giorni Israele ha posto nel mirino il Libano, sottoponendolo a veri e propri raid distruttivi e assassini. Si parla apertamente di centinaia di morti, e ad ammetterlo non sono fonti carbonare e anti-israeliane. No, sono le stesse centrali dell’informazione mainstream politicamente corretta.
Ad esempio anche Repubblica, che certo non è sospetta di antipatie rispetto a Israele, ammette candidamente che in Libano Israele ha già cagionato centinaia di morti. Come sempre Netanyahu utilizza la vile scusa della lotta di Israele contro il terrorismo. Una scusa pietosa con la quale, l’abbiamo inteso, Israele si sente perennemente in diritto di operare terroristicamente in nome della lotta contro il terrorismo.
In nome di detta lotta si possono allora giustificare centinaia di morti tra i civili? O si vuole ammettere che i civili ammazzati, donne, anziani e bambini, siano tutti indistintamente terroristi degni di fare quella fine? Insomma, la lotta di Israele contro il terrorismo è tale o è a sua volta una forma di terrorismo? Israele oltretutto rivendica a pieno il proprio diritto di aggredire Stati sovrani come il Libano o come l’Iran. Non si sta forse ponendo del tutto fuori dal quadro del diritto internazionale? E perché tutto questo viene tollerato a cuor leggero?
La comunità internazionale, infatti, un altro nome ipocrita dell’Occidente, anzi dell’Uccidente liberale atlantista, tace vergognosamente e in ciò si rivela ancora una volta complice e irresponsabile della strage degli innocenti. Strage degli innocenti che, lo ricordiamo, da più parti viene, in maniera non ingiustificata, appellata “genocidio”, facendo infuriare Israele naturalmente che vorrebbe sempre e comunque giustificare l’ingiustificabile e quindi qualificare le proprie stragi come benigne e a fin di pace.
Appare qui in tutto il suo splendore, sia detto ovviamente in maniera figurata, l’osceno modus operandi dell’Uccidente. Non vale più ora il teorema secondo cui l’invaso ha sempre ragione e l’invasore ha sempre torto? L’Uccidente non agisce ora con Israele come ha agito prontamente con la Russia?
Con tutta evidenza Israele gode di una sorta di impunità permanente, può compiere ogni genere di crimine e sempre trova una giustificazione per tutti i propri crimini. Che sia il diritto di Israele di difendersi o la giusta lotta di Israele contro il terrorismo, poco cambia.
A Israele è attualmente concesso letteralmente tutto e di tutto, come stiamo tragicamente apprendendo in questi mesi. E guai a denunciarlo! I pedagoghi del nuovo ordine mondiale hanno già con zelo deciso che non si può nemmeno impiegare la categoria di genocidio in relazione a quello che sta accadendo. Dove sono, allora, le voci critiche, quelle che continuamente si fanno paladine della giustizia e della libertà e dei diritti? Ad esempio, Carola Rackete, una delle sacerdotesse della neosinistra fucsia arcobalenica, che ha detto recentemente che è giusto mandare le armi all’Ucraina per difendere gli oppressi contro l’oppressore russo, dov’è in questo contesto?
Non bisognerebbe mandare allora le armi anche ai palestinesi a ciò che possano difendersi dall’oppressore? La risposta non è pervenuta, naturalmente. Siamo di fronte allo striptease dell’umanesimo occidentale, per riprendere una nota e ancora attuale formulazione di Jean-Paul Sartre.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro