La luce in fondo al tunnel non è mai stata così lontana. La Roma al Franchi ha vissuto il momento più duro della prima parte di stagione: i cinque gol subiti dalla Fiorentina aprono ufficialmente la crisi giallorossa. Un lato positivo si fa fatica a individuarlo e a rincarare la dose si aggiungono l’espulsione di Hermoso e il clamoroso autogol di Hummels a due minuti dall’esordio. Nella notte una severa contestazione ha accolto la squadra a Termini: cinquanta tifosi hanno atteso i giallorossi in stazione e hanno ottenuto un faccia a faccia prima con Pellegrini e Mancini, ai quali si sono aggiunti poi Dybala, Paredes e Cristante. Juric, intanto, chiude alla possibilità di dimissioni dopo la disfatta contro la Fiorentina: “Dimissioni? No, una serata non può cambiare 40 giorni” e c’è chi lancia il campanello d’allarme su un clamoroso ritorno di Daniele De Rossi.
La tensione nello spogliatoio sarebbe alle stelle. Secondo il Corriere dello Sport, al termine del match “sono volate parole grosse”. Squadra contro allenatore, con i senatori a fare da portabandiera. Sul clima dello spogliatoio e sui possibili sostituti si è espresso Stefano Carina ai microfoni di Radio Radio Mattino Sport e News: “Questa è una classica crisi di rigetto, dovuta al fatto che la stagione è in declino totale. La situazione societaria è tragica, se oggi cerchi di parlare con qualcuno della società ti accorgi che non puoi, non c’è nessuno. Sul campo? Che Celik fosse quello che abbiamo visto ieri sera lo sapevano tutti alla Roma, l’anno scorso era la terza scelta, quest’anno titolare inamovibile. I problemi della Roma sono così tanti che è difficile inquadrarli. Vi do tre possibili soluzioni che potrebbero essere prese in considerazioni.
Prima soluzione: i Friedkin rilanciano in modo serio e prendono un allenatore tra i big, che può andar bene per la piazza e per lo spogliatoio, come Allegri o Mancini. Seconda opzione: ammettono di aver sbagliato tutto e richiamano De Rossi, sarebbe la soluzione più semplice. Terza soluzione: prendere un altro scudo come era stato fatto per De Rossi, un altro “core de Roma”. L’unico grande errore sarebbe continuare con Juric, seppur in questo momento sia il meno responsabile di tutti. Poverino, non c’entra nulla, ha cercato di cambiare radicalmente la Roma. Si è subito reso conto che la squadra non gli va dietro e ha cercato di fare un passo verso di loro elogiandoli anche se non ne avevano alcun merito“.