Riecco i diktat di Lagarde: ora la BCE incita i governi ad aumentare le tasse e tagliare fondi

La Banca Centrale Europea ha ridotto i tassi di interesse sui depositi al 3,25%, con un taglio di un quarto di punto, adottando ancora una volta un approccio cauto e progressivo.

Si prevede che seguiranno ulteriori riduzioni fino all’autunno del 2025 per un totale di 125 punti base. Durante una conferenza stampa Christine Lagarde, Presidente della Banca Centrale Europea, ha confermato l’unanimità nella decisione, evidenziando la dipendenza della decisione dai dati economici e la continua incertezza sulle prossime mosse della Banca Centrale Europea. Nonostante un rallentamento economico evidente, con la Germania in difficoltà, la Lagarde avrebbe escluso una recessione imminente, guarda un po’, prevedendo un atterraggio morbido per l’economia dell’eurozona.

Cioè, sostanzialmente, chi è ricco non si rende conto che chi è povero sta male. Tuttavia il quadro resta incerto, con l’inflazione sotto controllo ma con preoccupazioni legate alla crisi climatica, guarda un po’ di che cosa si preoccupano, di rischi geopolitici, di possibili barriere commerciali, in particolare sono preoccupati del fatto che Donald Trump possa tornare alla Casa Bianca. Infatti la Banca Centrale Europea ha esortato i governi a perseguire politiche di bilancio più rigide, che vuol dire ridurre il debito, che vuol dire più tasse e vuol dire meno soldi alle famiglie e vuol dire meno soldi alle imprese e vuol dire più povertà.

Lei dice che questa è la stabilità economica, la loro, aggiungo io. Un compito che richiederà, però, quel coraggio che dovrebbe, secondo la BCE, mancare. E va bene.

È evidente che le decisioni della BCE siano arrivate in ritardo, in modo insufficiente, lasciando l’economia europea impantanata in una spirale di incertezza. Insomma, da anni assistiamo allo stesso copione. Previsioni che non si realizzano, mentre il compito di una banca centrale dovrebbe essere quella di creare le condizioni perché esse accadano.

Forse è il momento di chiedersi se davvero la Banca Centrale Europea stia facendo ciò che serve per guidare l’economia verso una crescita stabile o se invece stia ripetendo continuamente gli stessi errori che portano a nuove crisi. La domanda vera non è se la banca centrale europea le capisca queste cose, la domanda vera è, ma la Banca Centrale Europea, così come è concepita, le può fare? Assolutamente no, perché la Banca Centrale Europea è liberissima perché non prende più ordine dai governi dei parlamenti ma prende ordine dai loro proprietari che sono proprietari di banche private, le quali ovviamente fanno gli interessi dei banchieri e della finanza internazionale e non più del popolo. Quindi l’errore strutturale è a monte nell’avere concepito una banca europea indipendente dai governi, dai parlamenti e quindi in ultima analisi dal cittadino che può votare.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi