A Milano, un’operazione delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di 18 leader delle curve ultras di Inter e Milan. L’indagine ha smantellato un’associazione a delinquere che operava all’interno delle tifoserie organizzate, coinvolta in attività criminali come estorsioni sui biglietti, “pizzo” sui parcheggi attorno allo stadio San Siro, e violenti scontri tra fazioni rivali. Le accuse includono anche il controllo del traffico di biglietti e la gestione di veri e propri racket all’interno delle curve, alimentati da legami con la criminalità organizzata, in particolare la ‘Ndrangheta.
L’inchiesta, durata mesi, ha messo in luce come i clan ultras avessero creato un sistema di potere basato sull’intimidazione e il controllo violento, sfruttando il calcio per affari illeciti. Tra gli arrestati ci sono capi storici delle due curve, che gestivano le attività illecite all’ombra delle partite di calcio, rendendo San Siro un teatro di scontri violenti e operazioni estorsive ben radicate.
Uno degli episodi chiave riguarda la denuncia di Marco Ferdico, leader della curva Nord dell’Inter, che ha raccontato di essere stato avvisato dal vicepresidente dell’Inter, Javier Zanetti, che la polizia stava monitorando attentamente le attività dei gruppi ultras. Queste dichiarazioni hanno confermato l’ampio controllo delle forze dell’ordine sulle curve di San Siro, contribuendo all’operazione che ha smantellato questo sistema criminale.
Secondo Furio Focolari, le dinamiche tra curve e società si reggerebbero appese a un filo sottilissimo: “Sappiamo bene come funzionano certe dinamiche. Io non so se l’Inter possa essere coinvolta in qualche modo, ma una cosa è certa: i club hanno paura di essere ricattati da questi pseudo tifosi che molto spesso fanno parte di vere e proprie organizzazioni criminali“.