I migranti e quelle mail sospette tra magistrati ▷ Matone: “È assalto delle toghe: leggevo tutto”

"Parliamo di gente che arriva qui con organizzazioni criminali governate da gente senza scrupoli con persone che - scusate la durezza del termine - andrebbero giustiziate per quello che fanno. Invece indirettamente li proteggiamo"

Per Simonetta Matone le mail di Paternello non sono una fattispecie diversa da un caso Palamara. Lei, ex magistrato, lo sa. Ha letto le mail ancor precedenti alla vicenda del decreto Cutro che incoraggiavano a sabotare i provvedimenti che “non vanno bene”. Ma non vanno bene per chi? Per il ramo “democratico” o – per semplificare – di sinistra della magistratura. Le famose correnti di cui parla Palamara colpiscono ancora e lo fanno alla luce del sole grazie alla mail scovata da Il Tempo, nella quale il magistrato Paternello definisce Giorgia Meloni “più pericolosa di Berlusconi” perché agisce per intenti politici e non per interessi personali, nel contesto dell’accordo sui migranti.
Ecco come ha commentato Simonetta Matone da Stefano Molinari.


“Paternello? Non mi ha affatto sorpreso, basta documentarsi. Io non mi sono mai cancellata dalla mailing list di Magistratura Democratica, pur non essendo mai stata iscritta, e attraverso la lettura di articoli di MD che sono pubblici, si nota un continuo appello all’insurrezione contro i provvedimenti legislativi del governo che non vanno bene. Basta leggere i commenti al Decreto Cutro, dove viene anche spiegato per filo e per segno come sabotarlo, cosa che ha fatto la mia ex collega Iolanda Apostolico applicando una giurisprudenza sua secondo la quale – anche lì – l’elenco dei paesi sicuri pubblicato con decreto interministeriale è carta straccia e non glie ne frega niente a nessuno. Quindi facciamo come ci pare.

Ciò che scrive Paternello non è diverso da ciò che dice Luca Palamara. Io mi vanto di non essere mai stata iscritta a una corrente della magistratura, perché se devo fare questo mi iscrivo direttamente a un partito politico. Quando mi sono candidata sono andata in pensione e mi sono dimessa.

Assalto alla democrazia? L’assalto lo fanno loro. E’ l’assalto delle toghe alla separazione dei poteri. Le toghe non possono creare una giurisprudenza interpretativa o creativa, si devono attenere al dettato legislativo. Se tu, su una mailing list, con degli articoli di una determinata corrente, mi dai delle indicazioni insurrezionali, sei tu che valichi i confini. Non il potere politico. Mi sembra una cosa così ovvia che trovo inutile discuterne. L’attentato lo fa Parternello a scrivere quella roba, non il potere politico.

E’ aberrante quello che sostiene l’Alta Corte di Giustizia. Sostenere che la decisione su quale paese sia sicuro non spetti al governo ma al singolo giudice è follia.
Noi sull’immigrazione clandestina non capiamo che nel momento in cui non ricevono un permesso di soggiorno regolare, questi sono destinati alla clandestinità, e la clandestinità vuol dire commissione di reato, quindi criminalità. Altra cosa: siamo sicuri che annullando questi provvedimenti noi non facciamo un grande favore agli scafisti? Parliamo di gente che arriva qui con organizzazioni criminali governate da gente senza scrupoli con persone che – scusate la durezza del termine – andrebbero giustiziate per quello che fanno, quando non buttano la gente a mare perché non gradiscono. Queste persone sono il peggio del peggio, e noi che facciamo? Indirettamente li proteggiamo”.