Una conferenza stampa al vetriolo di Paulo Fonseca ha fatto da preludio a una crociata del Milan contro l’Udinese. Dopo le due sconfitte contro Leverkusen e Fiorentina e le polemiche attorno a dinamiche di spogliatoio controverse, soltanto un risultato utile poteva sollevare il morale dei rossoneri. Contro l’Udinese fila tutto liscio per mezz’ora circa, poi ha inizio la salita. Dopo un quarto d’ora il gol di Chukwueze, frutto di un’azione corale che passa prima dai piedi di Okafor, poi da quelli di Pulisic, dà fiducia al Milan che tiene il pallino del gioco. La salita comincia al minuto 29′, quando Rejinders finisce in anticipo la gara per un fallo da ultimo uomo. Il Milan comincia a soffrire e non poco, l’Udinese attacca senza tregua e riuscirebbe ad azzerare lo svantaggio allo scadere del primo tempo, se il VAR non annullasse il gol di Ehizibue.
Nella seconda frazione di gioco Fonseca si schiera con una sola punta in campo per far fronte all’emergenza, ma il copione non cambia. L’Udinese attacca, il Milan contiene. Le occasioni per i friulani non tardano ad arrivare, la più netta con Ekkelenkamp. Lo scatto d’orgoglio del Milan arriva dai piedi di un efficientissimo Pulisic: Okoye fa il miracolo sull’americano, Tammy Abraham sbaglia a due passi dalla porta e si infortuna. Niente di fatto, dunque, il Milan non consolida il raddoppio. Nel finale succede di tutto, l’assedio dell’Udinese diventa totale e nel recupero arriva il gol di Kabasele su ribattuta. Beffati i rossoneri, stessa dinamica del primo tempo: gol annullato per un fuorigioco millimetrico. Il Milan si salva due volte grazie al VAR, ma resiste a denti stretti contro un’agguerrita Udinese. Sospiro di sollievo per Fonseca, dunque, che porta a casa quello che di buono emerge dall’atteggiamento dei suoi. Una cosa è certa: i rossoneri avevano bisogno di una vittoria e l’hanno ottenuta con grande spirito di sacrificio.