Prime scintille nella tanto attesa Commissione Covid, che ha finalmente avuto inizio concreto nel settembre scorso.
Le prime fasi della pandemia, la prevenzione della malattia e le misure adottate, verranno analizzate alla ricerca di eventuali errori.
La seduta di ieri prevedeva nel primo pomeriggio l’audizione dell’associazione “ContiamoCi!”. Per una sovrapposizione di faccende alla Camera e al Senato, l’audizione è slittata verso sera. Ed è solo uno degli ostacoli burocratici che è andato in scena nella commissione d’inchiesta. Proprio ieri un altro intoppo si è verificato quando Giuseppe Conte, premier della prima era Covid, ha voluto precisare qualcosa sul suo ruolo nell’indagine, essendo il pentastellato sia membro di commissione che persona da ascoltare.
“La informo – dice al presidente di commissione, Marco Lisei – che sono ben desideroso di poter offrire il mio specifico contributo all’accertamento dei fatti riguardanti la gestione dell’emergenza sanitaria e le misure adottate per affrontare l’emergenza epidemiologica di cui è oggetto la presente Commissione. Pur nell’ambito di un perimetro di indagine che nasce profondamente ristretto e anche a fronte di un approccio metodologico che appare originariamente iniziato a causa della deliberata volontà delle forze di maggioranza di tenere fuori dal quadro di approfondimento la gestione sanitaria a livello regionale, credo che un contributo diretto alla conoscenza dei fatti, alla luce del ruolo istituzionale ricoperto e della esperienza e conoscenze acquisite. E’ questa la ragione, d’altra parte, che mi ha indotto a rendermi disponibile a far parte di questa Commissione.
Attendo di conoscere, pertanto, le determinazioni dei Presidenti di Senato e Camera per valutare le forme e i modi attraverso cui questo mio contributo potrà essere acquisito, avendo cura che non si determinino incompatibilità, neppure successive, con il ruolo di componente della Commissione a cui non intendo rinunciare“.
“Se lei vuole essere audito – risponde Lisei – si può eventualmente dimettere per la seduta nella quale viene audito, così formalmente non è membro di Commissione, e poi reinserirsi. È un’ipotesi che è anche questa, che è avvenuta anche questa in passato e quindi c’è il margine“.
Un’opzione su cui l’ex presidente del Consiglio avanza qualche dubbio pratico.
“Lei sta parlando di mie dimissioni che non intendo assolutamente rassegnare”.
“No, ma non sono permanenti”, rassicura il presidente. “Ad esempio, nella precedente seduta, il commissario Malan e un altro commissario non potevano partecipare, c’era il voto. Si sono dimessi per solo quella seduta e poi sono stati risostituiti e messi. Non potevano partecipare perché fecero delle votazioni concomitanti, non riuscivano a partecipare e alla prima seduta sono stati non sostituiti, perché la sostituzione in queste commissioni non è possibile, ma il gruppo li ha ‘tolti’ dalla Commissione e poi dopo la seduta successiva si sono reinseriti. Quindi questa è una possibilità. Se ci sono degli ostacoli, formalismi che si intramettono con la sua volontà, possono essere superati“.
Altri membri di commissione tentano di confortare Conte sulla sua audizione, senza troppo successo.
Interviene anche l’Onorevole Alice Buongerrieri di FdI, che fa una domanda “molto secca” al leader del Movimento.
“Io credo nel rispetto di tutti i cittadini e soprattutto di tutti coloro, e ne abbiamo ascoltati tanti che hanno avuto anche un decesso in famiglia, credo che si debba quantomeno molta chiarezza sul punto e tanta trasparenza. Quindi io nel tentativo di raggiungere chiarezza e trasparenza faccio una domanda molto semplice, molto secca all’onorevole Conte, che così magari ci aiuta a capire. Dovesse essere l’unica soluzione per essere audito, e ripeto, la sua volontà l’ha dichiarata in maniera chiara, quella di dimettersi da componente della Commissione, se ho ben capito questa eventuale unica soluzione l’On. Conte la esclude all’origine. Perché ci sarebbe anche la possibilità di dimettersi pro tempore, come abbiamo detto noi, e anche questa disponibilità della dimissione protempore per poi rientrare la escluderebbe all’origine. Non vorrei che tutto questo si traducesse in un vorrei ma non posso. Nel senso che <<do la mia disponibilità però nei fatti non è possibile concretamente che questa disponibilità si realizzi e quindi mi dispiace, io l’atto l’ho fatto ma poi non posso essere audito e non è colpa mia>>. Questo io ritengo che sarebbe molto irrispettoso nei confronti di tutti gli italiani“.
L’ex premier non la prende bene e replica.
“Collega, qui non stiamo a scherzare. Qui sono successi fatti seri, di cui ognuno si assume la responsabilità e se io sono qui in questa Commissione è perché avverto la responsabilità di aver gestito una pandemia in prima persona con la massima autorità di governo quando altri stavano a scherzare, dicevano tutto e il contrario di tutto. Quindi io non le permetto di star qui a speculare sulla mia volontà, nero su bianco, di voler offrire il mio ruolo di componente“.
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