L’arcobalenica Kamala Harris, Biden al femminile, è stata sconfitta contro le aspettative altrui

Le elezioni presidenziali statunitensi, particolarmente attese e combattute, hanno visto il trionfo su tutta la linea di Donald Trump, il codino biondo che fa impazzire il mondo. L’arcobalenica Kamala Harris, Biden al femminile, è stata pesantemente sconfitta contro molte aspettative che si erano in qualche modo diffuse nei giorni scorsi. Si pensava infatti che le elezioni vedessero un testa a testa tra i due concorrenti e invece abbiamo assistito a un trionfo che definirei totale di Donald Trump.

Trionfo che, a giudizio di chi vi sta parlando, dipende principalmente dalla questione bellica in relazione all’Ucraina. Se si considera che ha la posizione ultra bellicista del Partito Democratico, Trump ha sempre contrapposto, più che ragionevolmente, l’esigenza di un dialogo con la Russia di Putin. Ebbene, a quanto pare, il popolo americano non ama la guerra e forse ha compreso la sua palese assurdità.

Le posizioni ultra-wokiste e arcobaleniche della Harris non l’hanno affatto premiata. Il popolo americano non si rivela evidentemente così disponibile a cancellare integralmente la natura umana in nome del transumanesimo e dell’arcobaleno wokista. Se, come più volte abbiamo sottolineato, peggio di Donald Trump vi è solo Kamala Harris, allora la vittoria del codino biondo può essere accolta con sobria soddisfazione.

Naturalmente senza cadere nella posizione ottusa e assurda del suddito europeo che giubila stoltamente per la vittoria dell’imperatore buono sull’imperatore cattivo. Con Trump o con la Harris, l’Europa resta comunque stabilmente una colonia di Washington, e questo non deve essere in alcun modo dimenticato o sottovalutato. La salvezza, se vi sarà, non giungerà in ogni caso dalla civiltà del dollaro.

Questo deve essere un punto fermo irrinunciabile. D’altro canto, se Trump ha asserito di voler porre fine alla guerra in Ucraina, come auspicabile che sia, ha anche detto che egli supporterà Israele in maniera totale. E dunque non vi sarà davvero di che stupirsi se la guerra in Medio Oriente, anziché cessare, andrà potenziandosi.

L’abbiamo detto più volte, Donald Trump non è un antagonista del sistema dominante, ma ne è semmai un’anomalia. Un’anomalia che comunque resta interna a detto sistema.

Donald Trump non è affatto un socialista o un oppositore del fanatismo del libero mercato, che anzi difende a spada tratta. Se Kamala Harris celebra tanto il libero mercato quanto le derive transumaniste arcobaleno, Trump difende il primo e critica le seconde. Ma si tratta comunque di una posizione intimamente contraddittoria, se si considera che le derive di cui si diceva sono il frutto del fanatismo del libero mercato.

Cosicché celebrare il libero mercato criticando le derive arcobaleno equivale a difendere gli effetti dei quali si celebrano le cause. Questa è in sintesi la contraddizione in cui resta incagliato il modus operandi di Trump. Il blocco oligarchico neoliberale puntava principalmente sulla Harris, questo è innegabile, ma troverà comunque un modo di scendere a patti anche con Trump, il quale, lo ripetiamo, non è un antagonista dell’ordine egemonico, ma ne è soltanto un’anomalia.

Per questo motivo, l’abbiamo detto più volte, dobbiamo guardare con speranza i paesi disallineati rispetto al nuovo ordine mondiale, ben sapendo che la salvezza, in ogni caso, non arriverà da Washington.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro