Ha cambiato la Lazio, sbaragliando i pronostici dei più scettici. Marco Baroni è stato eletto miglior allenatore del mese di Ottobre e Ilario Di Giovambattista, ai microfoni di Radio Radio Lo Sport ha raccontato un retroscena sul tecnico del momento:
“Vorrei raccontare un retroscena su Marco Baroni, che è stato recentemente premiato come miglior allenatore della Serie A per il mese di ottobre. Non so bene quale sia l’effettiva utilità di questo premio, ma sicuramente significa che il suo lavoro è stato molto apprezzato. A quanto pare, Baroni fa spesso un discorso al suo gruppo che trovo interessante e significativo. È un discorso che serve a ricordare ai giocatori l’importanza di mantenere una prospettiva corretta su quello che fanno.
Pensiamo alle condizioni in cui si allenano i calciatori professionisti: si trovano in ambienti straordinari, oasi di tranquillità e comfort come Trigoria, Milanello, Firenze, e altri centri di allenamento eccezionali. Per chi ricorda i tempi passati, è difficile immaginare quanto queste strutture siano diventate lussuose, quasi a livello di un hotel a sette stelle. I calciatori vivono immersi in questi luoghi incantevoli, con il conto in banca ben fornito, e sono idolatrati dai tifosi che li seguono ogni domenica. In questo contesto, è facile perdere il contatto con la realtà.
Baroni, invece, vuole evitare che i suoi giocatori cadano in questa trappola. Rivolge loro un discorso chiaro e diretto: “Ragazzi, siamo qui e non possiamo considerare una partita di calcio come una cosa banale. Non deve mai essere solo una partita. Se per noi diventa una cosa qualsiasi, c’è un problema. Primo, perché siamo pagati bene; secondo, perché dobbiamo portare rispetto a chi ha investito in noi e ci paga per fare un lavoro straordinario, che ci porta notorietà e soddisfazioni”.
Soprattutto, Baroni sottolinea quanto sia importante rispettare i tifosi. Non si tratta di un discorso retorico, ma di una convinzione profonda: “Per noi può sembrare solo una prestazione, una partita che può andare bene o male, ma per la gente che viene a vederci è molto di più. Ci sono tifosi che fanno grandi sacrifici per esserci, che magari risparmiano per mesi per permettersi un biglietto, che vengono allo stadio col figlio per ritagliarsi un momento di gioia e distrazione dai problemi quotidiani”.
Baroni ricorda sempre ai suoi giocatori quanto siano fortunati: “Noi siamo persone fortunate a fare questo lavoro. Quindi, dobbiamo rispettare chi ci segue”. Poi aggiunge: “Le partite possiamo anche perderle, ma dobbiamo uscire dal campo con la consapevolezza di aver dato tutto. Dobbiamo arrivare allo stremo delle forze, e se perdiamo così, nessuno potrà rimproverarci nulla. Non possiamo prendere in giro noi stessi, perché siamo i primi a sapere se non ci siamo impegnati abbastanza”.
Infine, Baroni li esorta: “Voglio che usciate dal campo con le magliette sudate, che non mi deludiate mai sotto il profilo dell’impegno. Le partite si vincono e si perdono, ma il rispetto verso questo mestiere e verso i tifosi deve essere sempre al primo posto”.
Questo è il punto su cui Baroni insiste di più: far capire ai suoi giocatori quanto siano fortunati e quanto rispetto devono portare per la maglia che indossano e per chi li segue”.