L’Enciclopedia Treccani resiste come punto di riferimento apolitico | Il direttore Massimo Bray in diretta

La Treccani in Italia è un punto di riferimento da sempre. Nata nel 1925 a cura di Giovanni Treccani e Giovanni Gentile, oggi ancora viene usata come maggior riferimento per lo studio e la comprensione della lingua italiana. La sfida più grande per l’Enciclopedia è stata quella di interfacciarsi con la nascita del digitale, in continua evoluzione come l’Enciclopedia stessa.
Abbiamo parlato dell’argomento e delle varie sfaccettature a seguito con Massimo Bray, Direttore Generale della Treccani.

“Nel 2025 compirà cento anni. Questa sfida ci ha visto impegnati nel certificare la conoscenza anche nel momento in cui passiamo al digitale, questo avviene nel 1995 e lo dobbiamo a Rita Levi Montalcini, una grandissima Presidente che abbiamo avuto. Ha voluto con molta determinazione il primo sito italiano di riferimento. Quindi affacciarsi al linguaggio digitale nascente cercando di portare le caratteristiche peculiari della Treccani che fino ad allora era stata fatta solo su carta”.

Sfida culturale, ma anche politica?

“Sino a pochissimo tempo fa prendevamo come vangelo l’idea che con il digitale tutto sarebbe stato disintermediato, addirittura personaggi pubblici dicevano che ognuno può comunicare direttamente con i propri lettori”. Questo però ha creato la concezione sociale e mediatica che ‘tutti possono dire tutto e tutto è lecito’ quando anche la creazione di contenuti da specializzati è alla base di una diffusione di informazioni e cultura sana ed equa. Infatti, sempre secondo Bray “oggi per fortuna capiamo che i contenuti sono importanti” e, proprio per questo, non ci può essere il dominio del digitale a prescindere su tutto. I lettori devono farsi una propria idea su fonti certificate e di valore.

Un Giorno Speciale | 27 novembre