Trump contro Harris: e la scienza che ne pensa? Non lo sappiamo. O meglio, possiamo sapere quello che pensa una certa scienza: quella delle riviste scientifiche che improvvisamente si buttano in politica.
Parliamo, nel caso specifico, di Nature, famosa rivista scientifica, nota per le pubblicazioni in una vasta gamma di discipline scientifiche. Scientifiche, appunto. Perché se un giorno la politica rientrerà tra queste, daremo torto ad Albert Einstein quando diceva che “la politica è più difficile della fisica”. Stavolta però Nature fa uno strappo e si lancia in un ardito editoriale politico sulle elezioni statunitensi.
“Il destino della ricerca scientifica, la legislazione basata sulle prove e la ricettività del governo nei confronti di consigli indipendenti in materia di politica scientifica saranno determinanti chiave per il futuro corso del paese e il suo benessere a lungo termine”. Questa è secondo la rivista scientifica l’importanza rivestita da queste elezioni USA. Ma in questo articolo non si fa una metanalisi o una riflessione sui dati, bensì un endorsement su un candidato specifico.
“Harris”, scrive Nature, “vicepresidente sotto il presidente Joe Biden, è un’ex senatrice degli Stati Uniti; prima di allora, è stata procuratrice pubblica e procuratrice generale in California. Nei suoi ruoli precedenti e attuali, ha cercato ampiamente di
promuovere politiche in linea con il consenso scientifico e con l’obiettivo di mantenere le persone al sicuro e proteggere la salute pubblica e l’ambiente“.
E che dire di Donald Trump?
“Come presidente, Trump non solo ha ripetutamente ignorato le conoscenze basate sulla ricerca, ma ha anche
minato le agenzie scientifiche e di sanità pubblica nazionali e globali . Ha negato la scienza del clima, ha mentito sulla risposta del governo federale alle previsioni degli uragani e ha chiesto agli scienziati di indagare se i disinfettanti potessero essere utilizzati per curare le persone con COVID-19″. Ma anche sulla luce solare, indagine sulla quale in molti furono scettici salvo vedere che in estate effettivamente i contagi andavano a picco.
Poi la conclusione: “Una mancanza di riguardo per la legge e le prove alimenta la sfiducia negli scienziati e nelle istituzioni dello Stato. Ciò, a sua volta, indebolisce le fondamenta della democrazia, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. Una seconda presidenza Trump avrebbe un effetto ancora più destabilizzante a livello globale, dando il via libera a un numero ancora maggiore di leader come lui”, scrive Nature.
Se il confine tra scienza e scientismo e labile, facilmente se ne perdono di vista i limiti.
Ascoltate il commento con Fabio Duranti e Alberto Contri (VIDEO) | Un Giorno Speciale, 5 novembre 2024