Padellaro ▷ “Astensionismo? Fa contenti i partiti. Ecco come dà il controllo diretto del voto”

Due vittorie del Centrosinistra e un enorme astensionismo. Le prime sono una notizia, la seconda molto meno, visto il trend dei votanti degli ultimi 10 anni in qualsiasi tipo di elezione. Una calca che si attesta stabilmente intorno al 50% degli aventi diritto resta regolarmente fuori dal gioco della politica, e così è stato alle regionali in Emilia Romagna e Umbria. Difficile spiegare perché se non ricorrendo a un sistema complesso di variabili, tutte aventi come risultato l’allontanamento dell’elettore senza tessera di partito.
A ‘Lavori in Corso’ il commento di Antonio Padellaro, fondatore de Il Fatto Quotidiano:

“Quando si votava molto e le urne erano piene, noi commentatori politici e cronisti eravamo abituati a dividere il voto in due parti: il voto di apparato e il voto di opinione.
In genere il voto d’opinione era il più ampio dei due. Questo quando – ripeto – le percentuali di voto erano del 70%-80%. Oggi possiamo dire invece che, mentre il voto d’apparato persiste, e anzi si è radicato ancora di più, il voto d’opinione si sta volatilizzando. Il voto d’opinione è quello delle persone normali, che magari non hanno la tessera di nessun partito e che giudicano la politica sulla base di quello che dicono i leader, sulle proposte e sulla credibilità. Ora, perché è rimasto il voto d’apparato? Perché la politica si è screditata con le sue stesse mani. Per esempio, la polemica prima delle elezioni in questo caso era l’olio di ricino della Schlein e le tartine al caviale della Meloni. Tutto questo ha allontanato molto la gente, mentre l’apparato si è rafforzato. Tutto questo fa comodo ai partiti, i quali hanno il controllo diretto del voto”.

Ascoltate l’analisi completa nel VIDEO | Lavori in Corso, 19 novembre 2024